Società

IA: amore e odio. Ma soprattutto, pernacchie

L’attrice virtuale, le band inesistenti, i video realizzati da software: tre iniziative nelle ultime settimane per portare l’AI in campo creativo. Tutte sbeffeggiate senza pietà dal pubblico

  • Ieri, 17:00
Mark Zuckerberg ha bruciato quasi 17 miliardi di dollari in pochi minuti

Mark Zuckerberg

  • Keystone
Di: Kappa / Sergio De Laurentiis 

I prodotti dell’intelligenza artificiale sono da tempo al centro del discorso pubblico, e sono divenuti di uso comune. Eppure, in alcuni campi incontrano particolari resistenze, soprattutto in quelli in cui c’entra la creatività di noi bipedi parlanti: musica, cinema, letteratura, e così via. I tentativi di espugnare questi fortini al momento non hanno sortito effetti particolari.

Di qualche giorno fa la notizia dell’attrice Tilly Norwood, presentata allo Zurich Film Festival nonostante sia inesistente, almeno nel mondo concreto: è solo un modello artificiale, creato da un’agenzia di talenti AI (qualsiasi cosa significhi…). La reazione, per dirla gentilmente, non è stata delle migliori. Soprattutto da parte, guarda un po’, di attrici e attori in carne ed ossa. La sua creatrice, l’olandese Eline Van Der Velden, che poco astutamente l’ha presentata come la nuova Scarlett Johannson, di fronte alle critiche ha fatto retromarcia: «Ma cosa avete capito? Mica vogliamo sostituire le attrici vere!». Ma no, figuriamoci.

30:22

Tilly, l’attrice che inquieta Hollywood

Modem 03.10.2025, 08:30

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Altro esempio: una nota società di streaming audio, dopo aver infarcito il proprio catalogo con un numero imprecisato di canzoni create con l’AI (molte delle quali di propria produzione), dopo aver lanciato in pompa magna i Velvet Sundown, band inesistente, si scaglia con foga contro l’intelligenza artificiale: con ben due comunicati nel giro di pochi giorni informa la spettabile utenza che ha eliminato 75 milioni di brani creati con l’AI e ribadisce con forza che sulla sua piattaforma «non c’è spazio per la frode». Stanno ancora cercando di capire dove è arrivato il naso del CEO della nota piattaforma.

14:11

Velvet Sundown, oltre un milione di ascolti al mese per una band che non esiste

RSI Il Disinformatico 14.07.2025, 17:00

  • Paolo Attivissimo

E poi c’è Mark. Zuck, per gli amici.
Spende centinaia di milioni di dollari per ingaggiare i migliori programmatori di AI. Per che cosa? Per lanciare un nuovo mirabolante servizio: un canale solo con brevi video creati con l’intelligenza artificiale. E quando lo annuncia, cosa succede? Una mezza apocalisse, o meglio, come si dice ora: shitstorm (evitiamo qualsiasi traduzione). Un considerevole numero di bipedi parlanti non gliele manda a dire.

In tutti questi casi, una cosa accomuna le reazioni. Non è la rabbia e nemmeno l’indignazione, che certo non mancano: la via scelta per rispondere è stata quella dello sberleffo. E questo ha spiazzato Mark, Eline, Daniel e compagnia. Perché se c’è una cosa che noi umani non sopportiamo è essere presi in giro, essere ridicolizzati. È presto per cantar vittoria, ma chissà, magari alla fine daremo ragione a uno dei padri dell’anarchia, Michail Bakunin, presunto autore di uno slogan molto umano. Sono sicuro che lo avete già sentito almeno una volta: «La fantasia distruggerà il potere, e una risata vi seppellirà».

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