Carlo Cartacci è un farmacista di Como. Voleva lavorare in farmacia fin da piccolo, una missione quasi, un po’ come il draghetto Grisù dei cartoni animati, da grande, voleva fare il pompiere e basta. In effetti ha il “physique du rôle” perfetto. Te lo vedi dietro il bancone, con il camice bianco pulito, tutto equilibrato, gentile, saggio, che ti rassicura se non stai bene. Ma se parla di calcio, cominci a pensare che abbia una doppia personalità molto marcata. Vive il football con una passione divorante, estrema, è tifosissimo, del Como soprattutto, ed è anche un appassionato ed esperto di stadi, degli impianti sportivi veri e propri, della loro estetica, della loro storia. Tutti gli stadi di cui parla, o scrive, li ha visti veramente di persona. E sono tantissimi! Da riempire diversi libri a tema, di cui è autore.
Se non ci fosse il calcio? Lo inventerei io, assolutamente!
Carlo Cartacci

Vivere il calcio
RSI Cultura 08.05.2025, 17:00
«Ho iniziato a vedere a seguire le partite quando avevo sei anni. La settimana scorsa, quando c’era la pausa per le nazionali e non si poteva andare a vedere i campionati, già mi mancavano! È una cosa che ti entra dentro: la cosa più bella del calcio è viverlo nel teatro dove si gioca, dove si affrontano le squadre, dove si incontrano anche le tifoserie».
«Lo stadio più bello del mondo, per me, è il Craven Cottage di Londra, dove gioca il Fulham. È uno stadio storico, progettato e realizzato da Archibald Leitch, architetto che ha fatto i migliori stadi d’Inghilterra.
Craven Cottage, Londra
Si affaccia sul Tamigi, la location contribuisce a renderlo uno stadio come nessun altro, almeno in Inghilterra.

Crave Cottage, Londra
È molto simile allo stadio di Como per certi aspetti, perché comunque, come dice il presidente “lariano” Suwarso, “tu puoi comprare una squadra, puoi comprare uno stadio, ma non puoi comprare un lago”: la location fa molto per rendere uno stadio meraviglioso.
Il mio stadio svizzero preferito, purtroppo, non c’è più! Era l’Hardturm di Zurigo, dove giocava il Grasshoppers, quando ero ragazzino negli anni ‘70, era una squadra veramente forte e per cui nutrivo una particolare simpatia. Mi è sempre piaciuto anche il Wankdorf di Berna: adoravo vedere le finali di coppa Svizzera che, ai miei tempi, si giocavano di lunedì!
In Ticino, lo stadio che preferisco è il Comunale di Mendrisio, se ne ha un bellissimo scorcio già dalla strada che arriva da Balerna e scende dall’incrocio dopo il liceo».

Stadio Comunale, Mendrisio
Carlo Cartacci è autore di diversi libri a tema. “Stadi di Scozia” è dedicato agli impianti di un campionato antico e seguitissimo, il più seguito al mondo rispetto al numero di abitanti della nazione. Uscirà presto un volume sugli impianti inglesi. Altro volume, molto particolare è “La mia DDR-Oberliga”, dedicato alle città, agli stadi e alle squadre del territorio della vecchia DDR, prima della caduta del muro e dopo.
«Analizzo anche qual è e lo stato attuale delle cose con società nuove come la Red Bull, l’RB Leipzig, nata nel 2009. A Lipsia han rifatto lo stadio. C’era il bellissimo Central Stadium, uno stadio da 90.000 spettatori, che era una grossa gradinata, di fatto un invaso, che veniva usato sia per partite di calcio ma sia per le manifestazioni del partito.
Red Bull Arena, Lipzia
Adesso c’è un nuovissimo stadio di proprietà: hanno mantenuto l’ingresso storico del vecchio impianto e , dietro, si vede questo stadio super moderno: dall’esterno, si vede l’armonia tra l’ingresso architettonico storico, antico, e il “disco volante” ,dietro, del nuovo stadio».
Per finire, uno stadio non è solo una struttura architettonica, è qualcosa di vivo, che affonda le radici nella società e nella sua storia, anche in quella tragica.
«È qualcosa che vedo lavorando ad un nuovo progetto sugli stadi della vecchia Jugoslavia: la guerra nell’ex Jugoslavia è nata negli stadi, soprattutto dello Stadion Poljud a Spalato e del Maximir a Zagabria. Lì ci sono stati degli eventi che hanno dato vita ai moti che hanno portato alla separazione e alla divisione delle repubbliche: c’erano delle tensioni sopite che, parallelamente alla battaglia sportiva, hanno portato a battaglie vere e proprie, nello stadio e, in seguito, fuori dallo stadio».
Murales all'esterno dello stadio di Zagabria
https://rsi.cue.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Lugano-si-compra-l%E2%80%99Arena-sportiva--2715010.html