Un riferimento per generazioni di storici. Così il presidente dell’Italia Sergio Mattarella ha definito lo storico Lucio Villari, nato nel 1933 e scomparso nei giorni scorsi, sul cui manuale di storia hanno studiato per decenni milioni di studenti delle scuole medie.
«Conoscere il passato è il solo modo per leggere il presente e guidare il futuro». Con questa convinzione Lucio Villari ha attraversato quasi un secolo dedicando la vita a interpretare i fatti in un’ottica sociale. A questo si richiamava quel suo manuale che ha formato intere generazioni di italiani: “La società nella storia”, o meglio “Il Villari”, tutti lo chiamavano così, dedicato al ciclo di studi meno considerato, forse, dalla didattica, eppure fondamentale, le medie.
Un approccio, quello seguito da Villari, che ha fatto appassionare molti alunni allo studio della storia, avvicinandoli a questa disciplina grazie ad un metodo nuovo di raccontare i fatti accaduti tra il Settecento e il Novecento, ovvero accompagnando numeri e dati all’analisi delle idee e della vita sociale che hanno caratterizzato i diversi periodi storici.
Con Lucio Villari la storia è uscita dalle cattedre universitarie, una sfida non scontata quella di trasportare la ricerca storica in esperienza didattica, adattando metodi e linguaggi ad pubblico giovanissimo e alle prese con la formazione della propria autocoscienza critica.
E’ stato proprio il suo approccio multidisciplinare e il suo impegno nella divulgazione a renderlouna figura di riferimento per studenti e appassionati di storia.
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/storia/Parole-proibite-l%E2%80%99autarchia-linguistica-durante-il-Fascismo--2609724.html
Il contributo alla Storia
Villari ha insegnato Storia Contemporanea in diverse università italiane, tra cui l’Università di Roma Tre, dove ha formato generazioni di studenti, offrendo loro strumenti critici per comprendere il passato e il presente. Ha pubblicato numerosi saggi e libri, affrontando temi come il Risorgimento, la Rivoluzione francese, il socialismo e le trasformazioni culturali del Novecento.
Uno dei suoi lavori più noti è “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento”, in cui ha raccontato il periodo risorgimentale con uno sguardo innovativo, sottolineando il ruolo delle idee, delle passioni e dei conflitti sociali che hanno caratterizzato la nascita dell’Italia unita. La sua narrazione storica è sempre stata caratterizzata da un linguaggio chiaro e coinvolgente, che ha reso la storia accessibile a un pubblico ampio.
Villari ha anche approfondito il tema delle rivoluzioni e dei movimenti politici in opere come La rivoluzione francese e Il lungo Ottocento, nei quali ha analizzato i processi di trasformazione politica e sociale che hanno segnato l’Europa e il mondo. La sua capacità di collegare eventi storici apparentemente lontani, mettendo in luce le loro conseguenze a lungo termine, è stata una delle caratteristiche più apprezzate del suo lavoro.
L’importanza per gli studenti
Per gli studenti, l’opera di Lucio Villari rappresenta una guida fondamentale per comprendere il passato con uno sguardo critico. La sua capacità di raccontare la storia non come un insieme di date e avvenimenti isolati, ma come un processo dinamico fatto di idee, lotte e trasformazioni, aiuta a sviluppare un pensiero analitico e consapevole.
Uno degli aspetti più significativi del suo metodo è stato il costante riferimento alle fonti storiche e al contesto culturale in cui si sviluppano gli eventi. Per gli studenti, questo significa imparare a leggere la storia non solo attraverso i fatti, ma anche attraverso la mentalità e i sentimenti delle persone che li hanno vissuti.
Studiosi ed esperti sono concordi nell’affermare che Lucio Villari ha lasciato un’eredità preziosa agli studenti e a chiunque voglia approfondire la storia contemporanea con uno sguardo critico e consapevole. I suoi studi e le sue opere aiutano infatti a a comprendere il mondo in cui viviamo, fornendo strumenti essenziali per l’analisi del passato e del presente. Il suo insegnamento rimane un punto di riferimento per chi crede che la storia sia non solo una disciplina accademica, ma un mezzo per costruire una società più consapevole e informata.
Villari ha sempre sottolineato il ruolo della storia come strumento di cittadinanza attiva. Conoscere il passato aiuta a comprendere il presente e a immaginare il futuro. I suoi scritti spingono i lettori a interrogarsi sulle radici delle società moderne, sulle sfide politiche e sui cambiamenti culturali, offrendo spunti di riflessione fondamentali per chi studia storia, scienze politiche e materie umanistiche.
Un modello di divulgazione storica
Oltre all’attività accademica, Villari ha svolto un ruolo cruciale nella divulgazione storica attraverso articoli, conferenze e interventi sui media. Il suo stile narrativo ha reso la storia appassionante, dimostrando che il passato non è un mondo distante e polveroso, ma una chiave di lettura per il presente.
Grazie al suo lavoro, molti studenti e lettori hanno potuto avvicinarsi alla storia in modo nuovo, comprendendo il legame tra le scelte del passato e le sfide del presente. In un’epoca in cui il rischio di semplificazioni e falsificazioni storiche è elevato, il suo approccio rigoroso e documentato rappresenta un modello di riferimento per chi vuole studiare e insegnare la storia in modo serio e appassionato.
Oltre al manuale di storia per le medie, Villari ha scritto numerosi saggi che hanno avvicinato numerosi studiosi e alunni alla storia sociale ed economica. Tra le sue opere più importanti troviamo “Il capitalismo italiano del Novecento” (1972), “L’economia della crisi” (1980), incentrato sulla Grande Depressione del ’29, “Settecento adieu. Dall’Illuminismo alla rivoluzione” (1989), “La schiavitù dei moderni. Illuminismo e colonialismo” (1996), “La Rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari” (1997) e “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento” (2009), in cui parla anche dei “giovani che hanno combattuto per l’unità e l’indipendenza della nazione”.
Non solo libri e manuali, Villari era cosciente anche dell’importanza della comunicazione di massa e così nel 1980 ha preso parte al film “La terrazza” di Ettore Scola, nel ruolo del padrone di casa, e nell’86 ha lavorato all’adattamento teatrale de “Le lettere persiane” di Montesquieu.
Ricordando lo storico Lucio Villari
Alphaville 19.03.2025, 11:45
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