È da qualche anno che il farmaco Ozempic, sviluppato dall’azienda danese Novo Nordisk, ha catturato l’attenzione dei media e della società, con conseguenze importanti sulle scorte e sul suo utilizzo. Il farmaco è nato come medicamento per il diabete di tipo 2, ma la sua popolarità è esplosa per un effetto collaterale molto desiderato: la perdita di peso.
È successo intorno al 2021, soprattutto a causa della mediatizzazione nei social media, TikTok su tutti. Il farmaco è anche stato associato all’immaginario di Hollywood, con celebrità che dimagrivano considerevolmente in poco tempo.
Chiara Camponovo, medico specialista in endocrinologia e diabetologia, che lavora anche presso l’ambulatorio di obesità, ci dice che «persone anche non influenti mostravano sui social il prima e il dopo l’assunzione del farmaco, trasmettendo il messaggio che ci fosse una terapia facile e disponibile».
Farmaci simili (come il Saxenda) esistevano già prima di Ozempic, sia per il trattamento del diabete sia dell’obesità, ma senza lo stesso successo mediatico e per questo meno utilizzati.
Questa popolarizzazione ha avuto come conseguenza una carenza nelle scorte dell’Ozempic, che avrebbe dovuto essere riservato ai diabetici. La dottoressa spiega che, di fronte alla crescente domanda e alle prescrizioni inappropriate, lei e i suoi colleghi specialisti hanno dovuto svolgere un vero e proprio lavoro di sensibilizzazione, per spiegare ai medici non specialisti che Ozempic andava riservato ai pazienti diabetici, mentre per l’obesità andava utilizzato il farmaco specifico Wegovy (stessa molecola ma con dosaggi differenti), proprio per evitare di lasciare senza terapia chi ne aveva più bisogno.
Attualmente non ci sono allerte di carenza, ma se dovesse ripartire il fenomeno moda, penso che arriveremo molto rapidamente al problema.
I motivi e le conseguenze dietro all’aumento
Viene naturale interrogarsi su cosa abbia portato all’esplosione della domanda. Viviamo in un’epoca definita anche come “cultura della dieta”, in cui diversi piani alimentari ci promettono corpi perfetti con metodi restrittivi e per questo non sostenibili. Questa cultura è in qualche modo fallita, con l’arrivo di un farmaco che ha permesso di raggiungere gli stessi obbiettivi, ma senza modificare radicalmente il proprio stile di vita; un farmaco considerato una “pillola magica”, che si inserisce in un contesto dove la gratificazione istantanea è ricercata.
Se a questo si aggiunge il fatto che Ozempic e simili sono stati associati alle celebrità e ai social media - che che pongono sotto i riflettori stili di vita e corpi ideali - ecco che il desiderio di ottenere il farmaco aumenta.
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/societa/La-body-positivity-%C3%A8-morta-Forse-%C3%A8-colpa-dell%E2%80%99Ozempic--2872996.html
Il problema è che questi farmaci sono stati abusati da persone che non ne avevano realmente bisogno. Ozempic e Wegovy funzionano grazie alla semaglutide, un principio attivo che imita l’azione del GLP-1, un ormone naturale. Entrambi i farmaci riducono il senso di fame e aumentano la sazietà, favorendo l’assunzione di meno cibo con conseguente calo del peso corporeo. La dottoressa Camponovo spiega che la terapia dovrebbe essere riservata alle persone con diabete tipo 2 (Ozempic), obesità e alcuni casi di sovrappeso (Wegovy) e che ora i criteri di rimborso dell’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP) sono molto più restrittivi, dopo che le casse malati avevano pagato la terapia anche a chi non ne necessitava realmente.
L’aumento dei controlli ha creato un paradosso per chi soffre di diabete: per loro è diventato più difficile ottenere il rimborso per le loro terapie.
Secondo uno studio dell’Osservatorio svizzero della salute (Obsan) Nel 2024 l’assicurazione di base ha rimborsato circa 40’000 persone per l’uso del Wegovy, una cifra in aumento. Di questi, i ticinesi sono i principali consumatori (8,4 dosi giornaliere per mille abitanti, a fronte di una media nazionale di 4,9).
Un percorso accompagnato
La dottoressa sottolinea che le terapie nel loro centro sono ideate per essere un percorso, che dura all’incirca dieci mesi, in cui i pazienti sanno di dover anche implementare un diverso stile di vita, con più attività fisica. Su questo punto, Camponovo insiste: «L’attività fisica è fondamentale. Un paziente sedentario purtroppo avrà sicuramente un effetto molto più corto perché attiva meno la massa magra che è quella metabolicamente più attiva». A chi non accetta questi cambiamenti, infatti, il farmaco non è prescritto.

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Setteventi 12.03.2024, 07:20
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Nella grande maggioranza dei casi, la terapia ha successo e la perdita di peso si vede già nei primi mesi. Altre volte, però, questo non accade, come nelle persone che hanno già provato molti tipi di diete: «Quando il corpo subisce dei deficit calorici importanti, soprattutto nelle diete molto drastiche, le persone hanno un problema di metabolismo basale rallentato e quindi partono già svantaggiate. In più, nella gran parte dei casi, sono persone che mangiano già poco, quindi i farmaci, che riducono la fame, non hanno un grosso impatto».
Gli effetti collaterali
Gli effetti collaterali non sono da sottovalutare: «L’effetto principale secondario che si avverte da subito è sul piano gastrointestinale, quindi nausea, problemi di digestione, vomito, crampi, ecc.». C’è inoltre un rischio di sarcopenia, ovvero la perdita di massa magra (soprattutto nei pazienti più anziani), un altro motivo per cui l’attività fisica è fondamentale.
Un effetto secondario non sempre raccontato è quello della perdita di interesse verso il cibo, dal momento che il principio del farmaco è quello di diminuire la fame. Ci sono infatti testimonianze di persone che hanno perso l’amore verso quello che prima dava loro gioia.
È interessante notare come alcuni pazienti mi abbiano segnalato un maggior interesse verso alimenti salutari e freschi come insalate e verdura.
Ozempic e i farmaci simili hanno rivoluzionato il trattamento dell’obesità, ma è importante trattarli come farmaci, ovvero con cautela e la guida di uno specialista. Sono strumenti potenti che, se usati correttamente all’interno di un percorso medico e con un impegno personale, possono portare a ottimi risultati. Quindi, non vanno demonizzati ma neanche osannati come la soluzione a tutti i mali.