Mani, terra, Ticino: il buono di qui
Questo approfondimento fa parte della serie di contenuti “Mani, terra, Ticino. Il buono di qui”, realizzata da RSI Food in collaborazione con Ticino a Te - progetto coordinato dal Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT), organizzazione senza scopo di lucro - e con la Sezione dell’agricoltura della Divisione dell’economia.
Ogni mese, attraverso video e approfondimenti, raccontiamo le produzioni agroalmentari del Cantone, in chiave divulgativa e curiosa. Ogni puntata valorizza una filiera locale attraverso la voce di un interlocutore che si fa portavoce del sapere collettivo, con l’obiettivo di sfatare miti, sostenere il lavoro artigianale e far emergere il vero “buono di qui”.
In Ticino, ottobre non è solo sinonimo di castagne o vendemmia: è anche tempo di raccolta della soia. Una coltura che, sorprendentemente, da decenni è di casa nostra. La soia, dunque, non proviene da regioni lontane da noi, ma trova sul Piano di Magadino le condizioni ideali per crescere e rigenerare il terreno.
«La soia ticinese si semina in due momenti, e proprio a ottobre si raccoglie la seconda semina», spiega Pablo Wydler, titolare dell’azienda TiGusto, a Gerra Piano, unica realtà in Ticino a trasformare soia 100% biologica e locale in tofu e altre specialità vegetali.
La soia in Ticino esiste da decenni, ma solo negli ultimi anni si è sviluppata una filiera completamente biologica, che rispetta le regole svizzere: niente OGM, nessun pesticida e attenzione alla rotazione delle colture, perché, come spiega Pablo: «È una pianta che arricchisce il suolo di azoto e fa bene anche agli agricoltori che la coltivano».
Pablo Wydler e l’eredità di Pierluigi Zanchi. Tutto comincia nel 1988, quando Pierluigi Zanchi, figura di riferimento per il mondo agricolo e del biologico in Ticino, fonda un piccolo laboratorio a Muralto. La sua è un’intuizione pionieristica: produrre tofu, tempeh, seitan e altri alimenti vegetali con un approccio artigianale e sostenibile, ben prima che questi prodotti entrassero nelle abitudini alimentari comuni. Nel 2002, l’attività si sposta a Gerra Piano. Zanchi continua a sviluppare la produzione mantenendo una forte coerenza con la sua visione: materie prime regionali, filiera pulita e impegno ambientale. Nel 2025, con il suo ritiro, Pablo Wydler, cuoco di formazione con esperienze in Svizzera e all’estero, raccoglie il testimone. Un passaggio generazionale che avviene quasi per affinità naturale: «È stato amore a prima vista. Ho sentito che l’attività creata da Pierluigi portava valori in cui credevo profondamente», racconta Pablo. Oggi l’azienda continua su quella stessa strada, con nuovi slanci ma con lo stesso cuore artigianale: quello che lega due generazioni attraverso una visione comune di alimentazione consapevole, locale e sostenibile.
La coltivazione di soia in Svizzera
In Svizzera si coltivano circa 3’300 ettari di soia con una produzione totale di circa 4’000 tonnellate. Attualmente, la produzione svizzera di soia copre meno dell’1 % del fabbisogno nazionale, e molte coltivazioni (circa la metà della produzione totale) sono orientate al foraggio o all’alimentazione animale.
La maggior parte delle superfici di soia si trova nel Mittelland svizzero, in particolare nei cantoni di Vaud e Ginevra, che insieme coprono quasi il 59 % delle superfici nazionali dedicate alla soia nel 2023.
Oltre al Ticino, in canton Berna - in particolare nella regione del Seeland - esistono aziende agricole che coltivano soia biologica per alimentazione umana. Un esempio concreto è la fattoria Garohof, che coltiva soia alimentare bio da almeno il 2016.
Nonostante la pianta di soia abbia una resa modesta e condizioni climatiche a volte sfidanti, si apprezza il fatto che la soia:
- non richiede fertilizzanti chimici (essendo in grado di fissare l’azoto),
- è resistente (almeno finora) ai parassiti in ambienti svizzeri,
- può inserirsi nei cicli agricoli con rotazioni, aiutando la salute del suolo.
Campo di soia sul Piano di Magadino
Come si produce il tofu?
Dalla soia coltivata localmente nasce un alimento che per molti resta ancora misterioso, ma che in realtà si ottiene con un processo sorprendentemente simile a quello del formaggio.
Tutto comincia con il chicco di soia, che viene lasciato in ammollo per almeno dodici ore finché non assorbe acqua e si ammorbidisce. A quel punto viene macinato finemente - fino a ottenere una purea - e cotto con acqua: da questa cottura si ottiene il cosiddetto “latte” di soia. È da qui che il procedimento richiama da vicino la caseificazione.
Il latte di soia, infatti, viene filtrato e poi “cagliato” con il nigari, un coagulante naturale estratto dal sale marino. In modo simile a quanto avviene con il latte animale e il caglio, il liquido si separa in una parte solida — i fiocchi di tofu — che vengono poi raccolti, filtrati e pressati fino a formare il classico panetto che troviamo in commercio.
Un processo semplice solo in apparenza, perché ogni passaggio richiede attenzione, sensibilità e conoscenza della materia prima. E, come sottolinea Pablo Wydler, la lavorazione resta artigianale: ogni fase è eseguita a mano, in un equilibrio tra tecnica e intuito, che rende ogni lotto leggermente diverso e ogni panetto, in un certo senso, unico.
TiGusto produce 2 o 3 cotte a settimana e con 13 tonnellate di soia ottengono 22 tonnellate di tofu l’anno.
Un momento del processo produttivo del tofu in TiGusto
Un ingrediente per tutte le cucine
Nonostante i pregiudizi e gli scettici, il tofu non è solo per vegani o vegetariani. «In Asia viene spesso cucinato con carne o pesce. Il suo gusto neutro è un’opportunità: assorbe perfettamente le marinature e si adatta a molte ricette». Ecco perché Pablo, con la sua attività, promuove il tofu nelle mense scolastiche, ospedali e case anziani; organizza corsi di cucina e sviluppa nuove ricette per mostrare quanto possa essere versatile, sano e sostenibile e introducibile anche nelle cucine più classiche e nostrane.
«Gli anziani fanno un po’ più fatica perché il tofu non è mai stato parte della loro cultura, però credo che sensibilizzando le scuole e i giovani la domanda sarà crescente».
Il tofu viene spesso criticato perché risulta un po’ insipido, in realtà è anche un suo vantaggio: in cucina ha una versatilità molto interessante, si può marinare e gli si può dare il gusto desiderato
Tra gli usi in cucina che suggerisce, c’è quello di servire il tofu in salsa di pomodoro per renderlo più mediterraneo, o condirlo sempre con una salsa di soia o altre salse più orientali per donargli carattere. In più, sottolinea che il tofu può essere utilizzato anche per ripieni di paste imbottite o per creare dolci non scontati! Dall’antipasto al dolce, dunque, il tofu può trovare posto sulle nostre tavole.
https://rsi.cue.rsi.ch/food/collezioni/Ricette-con-il-tofu--3200877.html
Il tofu salverà il mondo?
Laser 06.07.2020, 09:00
Contenuto audio
Fonti
Agroscope – Soia: informazioni generali sulla coltivazione della soia in Svizzera, utilizzi e varietà.
Soia Netzwerk Schweiz: dati sulle superfici coltivate, produzione nazionale e uso (alimentazione animale vs umana).
Agrarbericht.ch – Produzione vegetale: grandi colture
Statistiche ufficiali sulla distribuzione della coltivazione di soia per cantone (es. Vaud, Ginevra).
Swissgranum – Elenco varietà di soia 2025
Località delle prove varietali e valutazioni tecniche sulle diverse varietà coltivate in Svizzera.
Corporate Migros – Coltivazione della soia nel Seeland
Caso studio sulla coltivazione di soia biologica nel Seeland bernese.
Agirinfo – Swissoja: soia ginevrina trasformata localmente
Progetto di filiera corta nel cantone di Ginevra per tofu e bevande a base di soia.
UFA Revue – Esperienza di coltivazione soia nel canton Turgovia (Bodensee)
Testimonianza di un agricoltore a Bürglen che ha introdotto la coltura della soia.