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Guida agli zuccheri: ne esistono davvero di più sani?

Zucchero bianco, miele o sciroppo d’agave: un po’ di chiarezza su etichette e falsi miti

  • Oggi, 11:30
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Di: Emma Berger 

Tra i vari consigli nutrizionali in circolazione, quelli sugli zuccheri sono tra i più rumorosi. Zucchero di cocco, sciroppo d’agave, zucchero di canna integrale e altri sono venduti come alternative salutari allo zucchero bianco da tavola, e diciture come “senza zuccheri aggiunti” o “contiene solo zuccheri della frutta” sono sempre più presenti nelle confezioni di alimenti e bevande. Cerchiamo di capire cosa è vero e cosa no e quali sono pure tecniche di marketing.

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Zucchero: una lunga storia (1./5)

Ciclostilabili 11.08.2025, 15:30

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Sono gli zuccheri liberi quelli che contano

Per iniziare a orientarsi, c’è una differenza fondamentale da riconoscere tra due tipi di zuccheri, quelli intrinsechi e quelli liberi.

La frutta e la verdura hanno degli zuccheri che sono come “intrappolati” nelle loro pareti cellulari. Sono gli zuccheri intrinsechi, e il loro consumo avviene quando mangiamo vegetali crudi interi. Non esiste nessuna prova che mostra effetti avversi nel loro consumo.

Diventano zuccheri liberi quando alcuni processi rompono la parete cellulare e/o rimuovono la fibra, sia a freddo sia con il calore. Per esempio, frullare, estrarre il succo o produrre uno sciroppo sono tutti processi che rendono gli zuccheri disponibili al nostro corpo e che rendono il vegetale più dolce.

È per questo motivo che, per esempio, una carota bollita è più dolce di una cruda, o che una purea di mele è più dolce di una mela cruda, anche senza l’aggiunta di altri zuccheri.

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C’è zucchero e zucchero (2./5)

Ciclostilabili 12.08.2025, 15:30

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In quali alimenti sono presenti gli zuccheri liberi?

La differenza principale sta quindi in come il nostro corpo accede a questi zuccheri. Quando si parla di limitare il consumo di zuccheri, si parla di zuccheri liberi. Ecco dove si trovano:

  • Negli zuccheri aggiunti: tutti quelli che si aggiungono nella preparazione di un alimento;

  • In tutti gli alimenti che li contengono naturalmente: miele, sciroppi (come agave e acero), succhi, concentrati e puree di frutta.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda che l’assunzione giornaliera degli zuccheri liberi sia il 10% o meno del fabbisogno energetico. Quindi, se una persona assume 2000 kcal al giorno, gli zuccheri rappresenteranno 200 kcal, che sono contenuti in circa 50 g di zuccheri liberi. Come abbiamo visto, non sono soltanto contenuti negli zuccheri aggiunti, ma naturalmente presenti in ogni fonte zuccherina, anche, per esempio, in una purea al 100% di mele.

Lo zucchero è un nutriente, non va demonizzato o eliminato del tutto. E soprattutto lo zucchero in sé non è cancerogeno, come a volte si legge: è l’abuso di zuccheri che porta a queste raccomandazioni, perché è associato a malattie come obesità e malattie conseguenti.

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Zucchero e corpo umano (3./5)

Ciclostilabili 13.08.2025, 15:30

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Zucchero di canna, di cocco, sciroppi… come orientarsi?

Gli zuccheri liberi non fanno quindi distinzione tra zucchero bianco, zucchero di canna, di cocco, miele e altri fonti zuccherine. In pratica, tutte le fonti zuccherine che troviamo in commercio, dal comune zucchero da tavola agli sciroppi più particolari, sono composte da saccarosio, fruttosio, glucosio o una combinazione di queste tre molecole.

Se prendiamo come esempio il miele, questo contiene circa l’80% di zuccheri, principalmente fruttosio e glucosio, e il resto sono piccole quantità di vitamine, minerali e altri componenti. Vale la stessa cosa per gli sciroppi (70-80% di zuccheri) e per lo zucchero di cocco (90% di zuccheri), che è diventato popolare ultimamente per apparenti motivi salutistici.

Le restanti sostanze presenti oltre agli zuccheri sono spesso calcio e potassio, ma sono in quantità irrisorie e non sufficienti per considerare queste alternative allo zucchero da tavola superiori dal punto di vista nutrizionale.

Un altro falso mito è quello dello zucchero di canna, che sarebbe migliore rispetto a quello bianco. In realtà, lo zucchero bianco in commercio proviene principalmente dalla canna da zucchero, ed è semplicemente stato sottoposto a un processo di purificazione, o raffinazione, maggiore di quello bruno. Sono quindi differenti dal punto di vista aromatico, ma ancora una volta equivalenti da quello nutritivo.

A livello di proprietà nutrizionali (e ovviamente non aromatiche o di gusto personale), quindi, non è differente dolcificare lo yogurt con il miele, o sostituire lo zucchero bianco in una torta con una purea di mele.
Sono tutti zuccheri liberi e hanno lo stesso potere calorico. Ai fini del calcolo giornaliero degli zuccheri liberi, il nostro corpo non fa differenza tra le diverse fonti zuccherine che assume.

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Zucchero: una dipendenza (4./5)

Ciclostilabili 14.08.2025, 15:30

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I trucchi per non cadere nelle trappole del marketing

Cavalcando l’onda della lotta contro gli zuccheri, le aziende produttrici hanno trovato ogni possibile tecnica per far sembrare il loro prodotto più sano degli altri ed essere quindi più attrattivi. Ecco come identificarle.

Marmellate e succhi contenenti “solo zuccheri della frutta”, “100% frutta” o “senza zuccheri aggiunti”

È ormai comune leggere nella lista degli ingredienti “concentrato di succo d’uva” o “di mela” perché permette di eliminare la parola “zucchero” e diventare più attraente. Abbiamo visto però che trasformare la frutta in concentrati, libera gli zuccheri intrinsechi: basterà leggere l’etichetta, nella linea “zuccheri totali”, per capire che questa dicitura non significa che il prodotto non contenga zuccheri.

Questo vale anche per la dicitura “Senza zuccheri aggiunti”: non aggiungere zuccheri nel processo di produzione non significa che il prodotto non ne avrà nello stadio finale. Il miele contiene fruttosio e glucosio che non sono stati aggiunti, questo non vuol dire che non contenga zuccheri.

La soluzione per una spesa e un consumo di zucchero più consapevole è di leggere la tabella nutrizionale e confrontare quelle dei prodotti che si vogliono acquistare.

L’esempio delle marmellate
Uno sguardo ai valori per 100 g di prodotto può aiutare: un contenuto di 26-45 g è basso, mentre sopra i 46 g è già elevato. I prodotti con meno di 26 g, invece, sono quasi sempre dolcificati con edulcoranti (come stevia o eritritolo).

05:04

C’è speranza (5./5)

Ciclostilabili 15.08.2025, 15:30

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Fonti

Dario Bressanini, Fa bene o fa male?, Mondadori, 2023.

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