AMBIENTE

Il giardino segreto del Castel Grande: un’oasi di biodiversità

Guido Maspoli, collaboratore scientifico presso l’Ufficio della natura e del paesaggio, ci ha aperto le porte di un orto urbano molto speciale

  • 2 ore fa
17:50

L’orto urbano di Guido (1./5)

Alphaville: le serie 23.06.2025, 12:35

  • Alessandra Bonzi
  • Alessandra Bonzi
Di: Alphaville/HDT 

In un’epoca in cui si cerca di recuperare il legame con la natura, al Castel Grande di Bellinzona si nasconde un progetto botanico che sostiene la flora e la fauna selvatica, oltre a ospitare vegetazioni più particolari. Guidato da Guido Maspoli, ex Direttore delle Isole di Brissago e collaboratore scientifico dell’Ufficio natura e paesaggio del Canton Ticino, questo orto urbano sfida ogni convenzione e celebra la biodiversità. La sua storia è stata raccontata in “Alphaville: le serie” su Rete Due, in una delle cinque puntate curate da Alessandra Bonzi di “Lo sai che i papaveri? Sono tornati!”.

Un orto dalle radici storiche

Lo spazio dedicato al giardino del Castel Grande era già in passato strettamente legato alla fortezza, che doveva garantirsi l’autonomia alimentare in caso di avanzamento nemico.

Castel Grande, il più grande dei tre castelli di Bellinzona, si erge su una collina con una storia di oltre 6’000 anni. Le sue attuali fortificazioni risalgono al tardo Medioevo, in particolare tra il XIII e la fine del XV secolo, quando fu ampliato dai duchi di Milano. Oggi ospita un museo storico archeologico. Gli altri due castelli della Fortezza di Bellinzona sono Montebello e Sasso Corbaro.

La sfida di Guido Maspoli

Spinto dal suo profondo amore per la natura, Guido Maspoli è riuscito a ottenere la gestione di quest’area verde. La cornice del Castel Grande suggestiva e parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO, richiede attenzioni e impegno constanti. Maspoli, però, vede queste sfide come opportunità interessanti e stimolanti. Grazie a un progetto curato nei dettagli, è riuscito a creare un orto che ospita diverse specie vegetali.

Il suo obiettivo è piantare le specie «negli anfratti di un muro costruito nel XIV secolo» puntando a un «giardino senza irrigazione», in cui le piante crescano in totale autosufficienza.

Un microcosmo mediterraneo in Ticino

Le molteplici specie mediterranee che si possono trovare in questo orto urbano sono una scelta dettata dall’esperienza passata dello stesso Maspoli. Questa preferenza si riflette nella selezione di vegetazione poco comune per il territorio ticinese.

Il mio interesse per le piante mediterranee è quasi una questione di collezionismo scaturita dalla mia esperienza passata alle Isole di Brissago

Nonostante la posizione geografica, l’orto del Castel Grande è un crogiolo di piante aromatiche e specie insolite per il nostro territorio. Vi si trovano la salvia ananas (salvia elegans) e i capperi, ma anche alberi di avocado, agrumi siciliani e pistacchi. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, queste piante riescono a superare l’inverno senza problemi, grazie alla protezione delle mura che trattengono il calore.

Grazie all’utilizzo della lana di roccia (materiale isolante realizzato a partire da rocce vulcaniche fuse e filate in fibre) per contenere l’umidità e a un substrato composto da pietre di lava, pietra pomice e argilla frantumata che apportano oligoelementi, le piante ricevono i nutrienti necessari. L’acqua piovana, che contiene derivati dell’azoto, funge da concime di base, consentendo alle piante di avere una crescita autosufficiente e sostenibile.

La salvia elegans, più comunemente conosciuta come salvia ananas, è una pianta dal profumo molto intenso, originaria di alcune zone del Messico e del Guatemala. Le sue foglie, infatti, sono ideali per arricchire preparazioni agrodolci asiatiche e per guarnire insalate e yogurt. Inoltre, può essere usata per miscele di tisane.

Fra qualche anno potremo avere l’avocado di Bellinzona
Riconoscimenti e impatto sociale

Grazie a questo impegno e all’amore per la natura, l’orto urbano di Guido Maspoli ha ottenuto la certificazione di “Giardini naturali” da Pro Natura, ricevendo il riconoscimento di “due farfalle” su un massimo di tre, un punteggio che ne attesta l’alto livello di naturalità. Questo traguardo è stato raggiunto grazie alla presenza di specie autoctone che promuovono la produzione locale e a un approccio sostenibile.

La certificazione “Giardino naturale” di Pro Natura è un riconoscimento per chi cura il proprio giardino in modo sostenibile, promuovendo la biodiversità. Per ottenerla, si devono rispettare diversi criteri. Le “farfalle” indicano il livello di naturalità e il valore per la biodiversità del giardino.

Questa visione e l’interesse per la biodiversità non solo portano benefici all’ambiente, ma creano anche «legami sociali molto belli», come testimonia Maspoli.

Lo sai che i papaveri? … sono tornati!

Cinque storie di rinascita verde dove la biodiversità torna a fiorire...

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