Siamo nel 1956, la Seconda guerra mondiale è finita da appena un decennio e l’epoca dei social media e degli smartphone è lontana ancora mezzo secolo. Emmi Creola-Maag è una giovane pubblicitaria zurighese con un’idea: creare un personaggio fittizio per promuovere i prodotti di un’azienda di oli e margarine, Betty Bossi. L’idea, inizialmente stenta a decollare, ma Emmi Creola ha un’altra intuizione: il coinvolgimento dei suoi lettori, rendere Betty Bossi un’amica di cui fidarsi. Le lettere, le rubriche e alcune ricette considerate all’epoca esotiche come il tiramisù o il toast hawaii, fidelizzano il pubblico e aprono la strada alla cucina come fenomeno di massa alla moda.
Per noi cittadini del 2025, l’idea di un personaggio, anche fittizio, che pubblicizza prodotti al suo pubblico può sembrare quotidianità, eppure quelli erano gli anni ’50 del secolo scorso; un’epoca in cui in Svizzera le donne necessitavano ancora della firma del marito per poter lavorare.
Eppure, è proprio in quegli anni che si gettano le basi socioculturali per quelle figure che prenderanno il nome di “influencer”, colei o colui che è in grado di influenzare i comportamenti e le scelte del proprio pubblico; una rivoluzione nel rapporto tra venditore e consumatore.
Emmi Creola, infatti, creò Betty Bossi quasi come se stesse seguendo un moderno manuale per diventare influencer: una donna normale, autorevole ma amica e anche confidente a cui chiedere consiglio attraverso le lettere inviate alla redazione, quasi fosse una sezione commenti di un video su YouTube o Instagram.
Un cambio di paradigma quello dell’influencing iniziato negli Stati Uniti già nel 1921 con Betty Crocker (un marchio e un personaggio immaginario utilizzato nelle campagne pubblicitarie per alimenti e ricette), ma che Emmi Creola comprese e volle importare in Svizzera, un successo pubblicitario e finanziario ancora oggi presente nelle cucine e nelle librerie in tutta la Svizzera.
Da oggi nelle sale della Svizzera italiana
“Ciao Betty” è un film di Pierre Monnard con Sarah Spale come attrice protagonista che racconta la storia di Emmi Creola, un’agente pubblicitaria zurighese nella Svizzera degli anni ‘50. Il suo compito è quello di promuovere i prodotti di un’azienda di margarina. La sua idea è all’apparenza semplice ma cambierà per sempre il suo destino e quello di tanti altri: creare Betty Bossi. Ciao Betty è una commedia dai toni gentili che accompagna lo spettatore in un viaggio nel tempo, in una società in cui le donne erano ancora soggette a un patriarcato imperante e profondamente invalidante. Un film per celebrare una figura che ha cambiato il nostro modo di relazionarci con il cibo e la cucina, nelle sale della Svizzera italiana dal 20 di novembre.
Emmi Creola-Maag è deceduta nel 2006 all’età di 94 anni nel canton Zurigo. Ancora in quegli anni il periodico di ricette “Betty Bossi” – dieci numeri l’anno – aveva una tiratura elevatissima: attorno ai 900’000 esemplari.

