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Quale storia si scrive oggi?

Le ultime ore per recarsi alle urne, per decidere assieme il nostro futuro: i ticinesi rinnovano i poteri cantonali

  • 7 aprile 2019, 07:59
  • 9 giugno 2023, 09:44

Le Cantonali 2019 secondo il politologo

RSI/Joe Pieracci - Fabio Salmina 05.04.2019, 01:26

Di storie da raccontare ce ne sono state tante. Molti hanno detto che questa campagna elettorale è stata piatta: pochi temi e contenuti. Solo tanti slogan, santini e aperitivi. Con gli immancabili duelli alla radio, alla tv e sul web.

E la trama? I ministri che si ripresentano. Christoph Blocher che aleggia su Via Monte Boglia. Massimo Sutter e lo sponsoring di GastroTicino. Franco Denti con salari, santini ed affini. Gli attacchi di Sergio Morisoli alla cecità di Manuele Bertoli e alla lealtà dei suoi funzionari. L'UDC di Lugano che ribolle. Le crocette di salvataggio di Laura Sadis al PS. Il seguito di "sculacciate" di Gabriele Gendotti. Lugano che correrà in salvataggio del suo unico ministro Paolo Beltraminelli. Claudio Zali che vien bocciato dai tribunali, ma che piace pure più di Norman Gobbi. Raffaele De Rosa che non passa il Ceneri, se non nel PPD. Le tattiche elettorali di Tuto Rossi, tra medico del traffico e "battute da bar". I prof che ce l'hanno con Manuele Bertoli, ma alla fine la scuola...

E poi ancora. Gli sfottò della sinistra più radicale rivolti ad Amalia Mirante. La lista di sole donne, ma quanti anni dopo il 1971? I Verdi che non esplodono neanche nell'èra della giovane Greta Thunberg. Le accuse di galoppinaggio di Germano Mattei, lanciate e poi ritirate. Il sogno di Harry Herber. Werner Nussbaumer al 123esimo cambio di casacca. Le scritte sui muri. I cartelloni pasticciati. Le liste annunciatesi, ma di cui non abbiamo trovato traccia in campagna. Il "Pronz", Matteo Pronzini, che alla fine, dice lui, è l'unico all'opposizione, solo contro tutti. Ed infine pure il Raffaele De Rosa e Touring Club, stop!

Tanti possibili racconti. Eppure, secondo i sondaggi dell'esperto Pietro Pisani, che di solito ci azzecca, tutto (o quasi) resterà come prima; per il Consiglio di Stato, perlomeno. E allora saranno state tante storie, ma nessuna che farà la storia.

Joe Pieracci

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Notiziario 08.00 del 7.04.2019

RSI Oltre la News 07.04.2019, 10:10

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