I cittadini binazionali implicati in attività terroristiche perderanno automaticamente la cittadinanza svizzera: è quanto chiede un’iniziativa parlamentare dell’UDC. Contrariamente a quanto deciso dalla competente commissione del Consiglio nazionale e dal plenum, la Commissione delle Istituzioni degli Stati non vuole dar seguito alla richiesta formulata dall’ex presidente del partito, Toni Brunner.
L’argomento principale dei contrari è da ascrivere alla legge già attualmente in vigore e che consente la revoca della nazionalità di persone con doppia cittadinanza la cui condotta danneggia gravemente gli interessi del Paese. Una eventuale revoca automatica sarebbe contraria ai principi di uno Stato di diritto poiché il giudice non potrebbe più avere nessun margine di apprezzamento.
Mentre la Svizzera esamina la possibile revoca della nazionalità a un presunto "viaggiatore della jihad", un giovane di nazionalità svizzera e italiana di 19 anni, la competente Segreteria di Stato delle migrazioni (Sem) ha aperto una procedura sul caso. Anche il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto una procedura che porta così a un totale di 60 quelle in corso. Se le prove contro il giovane venissero confermate, sarebbe il primo ritiro della nazionalità svizzera. I Senatori dovranno quindi decidere se questa prassi potrà diventare automatica.
Per parlarne da Palazzo federale intervengono:
Andrea Caroni, Consigliere agli Stati PLR, (TG);
Marco Romano, Condigliere nazionale PPD (TI).
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