Ambiente

Bevi latte crudo? Attenzione all’encefalite da zecche 

Il virus è comunemente trasmesso dal morso dell’acaro infetto, ma può diffondersi anche con il consumo di latticini provenienti da animali contagiati

  • Oggi, 12:33
Gli unici annunci ad aumentare riguardano la meningoencefalite da zecche
  • ©Fotolia/sasel77
Di: red. giardino di Albert/Matteo Martelli  

L’encefalite da zecche (o meningoencefalite verno-estivale da zecca) è una patologia diffusa in molti paesi d’Europa, inclusa la Svizzera, dove il virus responsabile della malattia è presente in particolare a Nord delle Alpi, ma non in Ticino, unico cantone a non essere considerato zona a rischio. L’infezione nella maggior parte dei casi è asintomatica o provoca sintomi influenzali, ma nel 10% delle persone ammalate può estendersi al sistema nervoso centrale, con conseguenze anche gravi.

È noto che le zecche sono il principale vettore di questo agente patogeno del genere Flavivirus, il medesimo del virus di Dengue, febbre gialla e Zika. Grazie al suo apparato boccale specializzato, l’acaro si attacca alla pelle della vittima per nutrirsi del suo sangue e vi trasmette la malattia. In un recente comunicato, l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (ANSES) riporta però l’attenzione su un altro vettore di trasmissione spesso sottovalutato: il latte fresco proveniente da animali a loro volta contagiati da zecche infette.

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Malattie trasmesse dalle zecche

La consulenza 12.04.2024, 12:50

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  • Carlotta Moccetti

L’ANSES fa riferimento in particolare a un focolaio identificato nella regione francese dell’Alvernia-Rodano-Alpi, dove diverse persone hanno contratto un’encefalite dopo aver consumato formaggi di capra e di mucca provenienti da una fattoria di Oyonnax, nel cuore delle montagne del Giura. L’encefalite da zecche colpisce infatti anche animali da reddito come bovini, ovini e caprini, oltre agli animali da compagnia come il cane. Nella maggior parte di queste specie, non si osservano però sintomi in caso di infezione.

Di fronte a questi rischi, l’ANSES ha emanato diverse raccomandazioni: in primo luogo, aumentare la sorveglianza della circolazione del virus, in particolare negli animali, in modo da prevenirne la trasmissione all’uomo con sufficiente anticipo. La pastorizzazione del latte può essere una misura efficace contro la diffusione della malattia.

A differenza della borelliosi, un’altra malattia batterica trasmessa dalle zecche per la quale esistono trattamenti a base di antibiotici, per l’encefalite da zecche non ci sono attualmente delle terapie specifiche. L’unica protezione efficace consiste nella vaccinazione e nelle misure classiche di prevenzione, come indossare abiti e scarpe chiuse, usare un repellente per le zecche e controllare il proprio corpo dopo aver trascorso del tempo all’aperto.

In Svizzera, nei focolai naturali si stima che tra lo 0,5% e il 3% delle zecche siano portatrici del virus. Da alcuni anni si registra un aumento dei casi, ma l’incidenza può subire fluttuazioni dovute in parte all’andamento delle stagioni: si sono registrati 273 casi di encefalite da zecche nel 2021, 380 nel 2022, 300 nel 2023 e 435 nel 2024. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito dell’Ufficio del medico cantonale ticinese o della Confederazione.

(Articolo legato a “Tempo Reale” di venerdì 11 luglio 2025, Rete Uno)

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