Ambiente

Il sorgo, cereale antico per un futuro più sostenibile

Resiste alla siccità, è ricco di ferro e senza glutine – abbandonato nel dopoguerra, un progetto ticinese vuole riportarlo sulle nostre tavole 

  • 27 maggio, 15:15
  • 27 maggio, 17:34
Sorgo
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Di: red. giardino di Albert/Matteo Martelli  

Il suo nome probabilmente dirà poco ai più. Eppure, la sua è una storia straordinaria. Il sorgo è una specie di miglio appartenente alla famiglia delle graminacee e arriva dall’Africa, dove le prime tracce di coltivazione risalgono a oltre 10’000 anni fa. Ancora oggi, rimane un alimento base per le popolazioni africane, ed è il quarto cereale più coltivato al mondo, dopo frumento, riso e mais. Il suo aspetto ricorda proprio quest’ultimo: ha una forma piccola e rotonda, e ha un colore che varia dal bianco al giallo. Stupirà sapere che in un passato nemmeno troppo lontano la storia del sorgo si interseca con la storia agricola del nostro Paese. Eppure, ci siamo dimenticati di lui. Come mai? 

22:42

Il sorgo: un nuovo superfood?

Il giardino di Albert 17.05.2025, 18:00

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  • Alessandra Bonzi

Sorgo, cibo dei poveri dalle proprietà straordinarie

Per spiegare l’abbandono del sorgo, occorre tornare al periodo del primo dopoguerra, momento di grande crescita economica dove anche il cibo raccontava lo status sociale in ascesa della popolazione. “Il sorgo era considerato il cibo dei poveri, per questo non piaceva – spiega Monia Caramma, ricercatrice nell’ambito del cibo sostenibile - Inoltre, l’industria alimentare l’ha abbandonato perché privo di glutine, e questo rendeva più complicata la sua lavorazione”. 

Monia Caramma fa parte del gruppo di ricercatori che da qualche tempo è al lavoro per riportare il sorgo nella dieta degli svizzeri, grazie al progetto denominato “RiSorgo”. A rendere interessante una sua reintroduzione, sono innanzitutto i suoi valori nutritivi: “Con soli 100 grammi questo cereale ricopre il 41% del nostro fabbisogno quotidiano di ferro. È un prebiotico, quindi ha un impatto positivo sul nostro microbiota. Ha inoltre uno scarso carico glicemico, contenendo zuccheri in quantità bassissime”, racconta l’esperta.  

Sorgo

Il sorgo è un cereale che si colloca a metà strada tra il grano, il riso e il mais per le sue proprietà nutrizionali

  • IMAGO / Depositphotos

Un vegetale che, provenendo dall’Africa, è capace di resistere a contesti aridi sfidando i cambiamenti climatici, e anche per questo viene chiamato “pianta cammello”.  Ma c’è un’altra importante proprietà: il sorgo non assorbe il nichel presente nel terreno. “Il nichel è un metallo di cui il nostro corpo ha bisogno in minima parte. Oggi nei terreni lo troviamo in grandi quantità, dove arriva dagli scarichi industriali e dagli agrofarmaci utilizzati in agricoltura. Alcuni vegetali lo assorbono più di altri, e il sorgo fortunatamente non è tra questi”, aggiunge Monia Caramma. A questo va aggiunto che attualmente circa il 15% della popolazione è allergica al nichel, probabilmente anche a causa di un’eccessiva esposizione in età infantile.

Non da ultimo, il sorgo si rivela un cereale interessante perché utilizzabile in vari ambiti: può essere impiegato per produrre foraggio, ma è ideale anche per l’alimentazione umana, ad esempio, per la produzione di pane o pasta senza glutine. Dal sorgo distillato e fermentato si produce uno dei liquori cinesi più famosi, baijiu, di cui il Moutai rappresenta il prodotto dal maggior valore di mercato nel suo settore. Gli steli di alcune varietà sono utilizzati anche per la fabbricazione di scope e spazzole.

MOUTAI

In Cina, il Moutai è una bevanda consumata nelle grandi occasioni, dai matrimoni ai pranzi ufficiali di stato, eppure è largamente sconosciuta al pubblico occidentale

  • IMAGO / CFOTO

La ricerca delle varietà idonee

Attualmente in Svizzera vengono coltivati circa 400 ettari di sorgo, di cui solamente l’8% è sorgo da granella, destinato cioè all’alimentazione umana. Fra gli obiettivi del progetto “RiSorgo”, c’è quello di trovare delle varietà adatte alla coltivazione sul territorio ticinese e in Svizzera interna. Per questo, da un anno la squadra è al lavoro nei campi sperimentali di Agroscope, a Cadenazzo, dove si testano 15 diverse varietà in piccole parcelle ripetute nel rispetto degli standard della ricerca.

“Gli agricoltori hanno dimostrato molto interesse per la coltura del sorgo – spiega Lucia Bernasconi, collaboratrice scientifica per AGRIDEA - Siccome mancano informazioni, abbiamo pensato di colmare questa lacuna completando il catalogo delle varietà raccomandate, come già esiste ad esempio per altri cereali, come mais e grano duro”.

Le analisi si concentrano su fattori come i tempi di maturazione, l’altezza raggiunta e la resa, un aspetto quest’ultimo molto importante per gli agricoltori. Fra gli altri obiettivi del progetto, c’è anche la volontà di identificare una filiera locale per poter trasformare il sorgo da granella in pasta.

Il sorgo, un superfood per il nostro futuro

A puntare i riflettori su questo cereale antico c’è anche WWF Svizzera, che insieme alla Scuola universitaria per le scienze applicate di Zurigo (ZHAW) ha stilato una lista dei 30 Future Foods, gli alimenti del futuro per la Svizzera, secondo un criterio di sostenibilità ma anche di idoneità al contesto agricolo del nostro Paese. E così, fra scorzonera, pastinaca, daikon e pak choi, compare anche il sorgo.

L’obiettivo è ancora una volta quello di diversificare la nostra dieta, un’ambizione che ancora si scontra con l’industria alimentare, che secondo Monia Caramma è “abituata ad avere dei prodotti standard e standardizzabili”. Insomma: l’industria alimentare vende quello che la gente conosce. Eppure, “questi prodotti di nicchia hanno un valore nutritivo più elevato, e sono quelli meno trasformati e che subiscono meno passaggi, anche in campo. Se il pubblico inizia a considerarli, allora anche l’industria alimentare inizierà a guardarli”. Un impegno per ciascuno di noi, dunque, per lottare contro la monotonia e per rendere la nostra alimentazione più sana e diversificata.

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