È un “ventre” in Emile Zola, “una mano” in Italo Calvino, “una linfa” in Michel Butor o, ancora, una mente labirintica in Paul Auster. Dall’avvento delle megalopoli in occidente, molti romanzi hanno paragonato la città a un organismo vivente. E anche la ricerca urbanistica si è interessata a questa analogia per oltre un decennio con l’obiettivo di comprendere meglio le leggi che governano le città e risolvere la complessità insita nella pianificazione urbana. Uno studio dell’EPFL rivela che le metropoli seguono le stesse leggi universali osservate negli organismi viventi. E se la chiave dello sviluppo urbano sostenibile risiedesse nel “metabolismo” stesso delle nostre città? Alessandra Bonzi ne ha parlato ad Alphaville (Rete due) con Gabriele Manoli, direttore del Laboratorio sui sistemi urbani e ambientali dell’EPFL e autore dello studio.
Città: organismo vivente
Alphaville 31.10.2025, 11:45
Contenuto audio
Il concetto di “metabolismo urbano” al centro dello studio
“Il metabolismo urbano indica tutti quei flussi di materia ed energia che permettono a una città di funzionare e di crescere”, spiega Manoli. “È proprio come un organismo vivente che utilizza e trasforma il cibo per produrre energia, per muoversi, per pensare.”
In questa analogia, le persone e gli edifici rappresentano la “massa” della città, mentre strade e ferrovie fungono da “vasi sanguigni” che trasportano risorse. Persino l’inquinamento trova un parallelo negli scarti prodotti dagli organismi.
Quattro città svizzere a confronto: le reti stradali vengono paragonate al sistema circolatorio
L’approccio scientifico va oltre la semplice metafora letteraria. “Il punto chiave è considerare le città come sistemi complessi”, afferma Manoli. “Sistemi composti da molte parti che interagiscono fra loro su varie scale spaziali e temporali.”
Questa complessità accomuna le città ad altri sistemi come i mercati finanziari, i social media, i tumori, i fiumi e le foreste. La scienza della complessità, attraverso matematica e fisica, cerca di comprendere come questi sistemi si comportino, crescano ed evolvano.
Verso la mobilità sostenibile
Il giardino di Albert 07.05.2023, 18:05
Leggi universali e sfide della pianificazione
Lo studio ha identificato “leggi universali” che governano la forma e il funzionamento delle città, indipendentemente dal contesto geografico, politico o storico. In altre parole, si è scoperto che le distribuzioni di probabilità di variabili come la popolazione urbana (analoga alla massa di un animale), le emissioni di carbonio (equivalenti al tasso metabolico di un organismo vivente) e le reti stradali (il sistema circolatorio) seguono una curva unica per tutte le città, grandi e piccole. Tuttavia, Manoli avverte: “Comprendere queste informazioni non è sufficiente per progettare città più sostenibili. Le città si sviluppano su scale temporali estremamente lunghe, molto più lunghe della vita di una persona o di una generazione.”
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/societa/Citt%C3%A0-spugna-anatomia-di-una-rivoluzione-urbana--3028391.html
Errori del passato e sfide future
Manoli ritiene che non si possa parlare di veri e propri “errori” nella pianificazione urbana passata. “Le città crescono su scale temporali molto lunghe e in un certo senso si auto-organizzano”, spiega. “Londra o Milano non sono state progettate grandi sin dall’inizio, ma sono nate da piccoli centri urbani che nei secoli hanno attratto sempre più persone, capitale e risorse.” Il controllo attraverso la pianificazione tradizionale non è quindi cosa semplice.
Il secolo del cemento
La storia infinita 10.11.2025, 20:40
La sfida attuale è “capire come massimizzare i benefici dati dalla densità urbana e allo stesso tempo minimizzare gli impatti negativi”, in un contesto globale sempre più interconnesso.
Insomma, la ricerca scientifica apre nuove prospettive interdisciplinari sulla comprensione e la gestione delle aree urbane, suggerendo che la chiave per città più sostenibili potrebbe trovarsi proprio nel loro “metabolismo”.







