Ambiente

Gli ontani: protagonisti silenziosi dei paesaggi svizzeri

Tra le specie che modellano il nostro paesaggio e influenzano gli ecosistemi, gli ontani giocano (in sordina) un ruolo cruciale.

  • Oggi, 17:09
Ontani comuni in fila "seguono" il percorso di un canale di drenaggio agricolo

Ontani comuni in fila "seguono" il percorso di un canale di drenaggio agricolo

  • IMAGO / imagebroker
Di: Red. Il giardino di Albert / Davide Conconi 

Per illustrare l’importanza a più livelli che giocano gli ontani nella nostra esistenza, partiamo dall’ontano comune. Questo albero ha giocato un ruolo centrale nelle opere idrauliche. Del fatto che il suo legno se immerso in acqua acquisti durezza e resistenza erano bene al corrente i Romani. Prima ancora, nel Neolitico, era già utilizzato per la costruzione di palafitte. Ma, è a Venezia dove, ancora oggi, l’ontano esprime tutte le sue impressionanti qualità tecniche in immersione.  Infatti, buona parte delle fondamenta della città poggiano su una fitta palificazione formata da pali di ontano affrancati sullo strato di argilla più consistente del fondale. E sono lì da oltre 1500 anni! I pali di ontano (assieme ad altre specie come la quercia e il larice) diventano imputrescibili nelle condizioni della Laguna Veneta, interamente sommersi dal limo e dall’acqua salata che escludono l’ossigeno dal sistema. In verità, in tutti questi anni i pali si sono degradati. Ma, recenti monitoraggi hanno messo in evidenza che il sodalizio acqua-fango-pali di ontano che si è amalgamato nei secoli continua a reggere, a consolidare la base su cui è costruita la città e a sostenere le tonnellate di peso dei magnifici edifici storici di Venezia.

Le fondamenta di quasi tutte le costruzioni di Venezia poggiano su una fitta palificazione composta da pali di ontano (e di altre specie)

Le fondamenta di quasi tutte le costruzioni di Venezia poggiano su una fitta palificazione composta da pali di ontano (e di altre specie)

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Quando pensiamo ai boschi svizzeri, ci vengono in mente abeti, larici e faggi. Eppure, le tre specie di ontano (genere Alnus) che vivono in natura nel nostro Paese modellano il paesaggio e influenzano gli ecosistemi, svolgendo un ruolo cruciale. Innanzitutto, gli ontani, che appartengono alla famiglia delle Betulaceae, si distinguono per la capacità di fissare l’azoto atmosferico grazie a simbiosi con particolari batteri presenti nelle radici. Questo li rende piante pioniere, capaci di colonizzare terreni poveri e instabili, arricchendoli poi di nutrienti e aprendo la via all’insediamento di altre specie vegetali più esigenti.

Il fitto dedalo di radici dell'ontano comune, messo a nudo dalla piena di un riale

Il fitto dedalo di radici dell'ontano comune, messo a nudo dalla piena di un riale

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L’ontano comune detto anche ontano nero

L’ontano comune è fra le tre specie quella che si sviluppa maggiormente in altezza (può raggiungere e superare i 25 metri). Anche se la specie non è minacciata, nella Svizzera italiana l’ontano comune si è fatto più raro a causa della scomparsa degli ambienti umidi. Fortunatamente, alla conservazione di questa pianta sul nostro territorio partecipa direttamente anche l’uomo che lo impiega intensamente nei progetti di rinaturazione di zone umide e riali. L’ontano comune, infatti, è prezioso per stabilizzare le sponde dei corsi d’acqua e prevenire l’erosione. Le sue dense fronde, la corteccia screpolata e le radici in acqua, creano habitat diversificati dove si rifugiano uccelli, insetti e pesci. L’ontano comune è fra tutti gli ontani quello che ama vivere nei suoli più umidi, non disdegna di affondare le proprie radici in suoli inondati e nelle rive dei fiumi e ruscelli, a contatto diretto con l’acqua. 

L'ontano comune è prezioso perché fornisce habitat per la fauna sopra e sott'acqua

L'ontano comune è prezioso perché fornisce habitat per la fauna sopra e sott'acqua

  • IMAGO / blickwinkel

Il legno di ontano comune, pur non pregiato, è usato per mobili, strumenti musicali e lavori artigianali anche grazie alla sua interessantissima colorazione. Di colore giallo intenso al taglio, diventa rosso mattone seccando.

Un ontano comune appena tagliato

Un ontano comune appena tagliato

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C’è un legno per ogni utilizzo…vi racconto l’esperienza personale

Il legno dell’ontano comune, sebbene abbia un basso potere calorifico rispetto alle specie utilizzate correntemente, brucia senza fare fumo e senza crepitare. Per questa ragione, un tempo, era il combustibile preferito da fornai e vetrai. Personalmente, lo trovo ottimo nella preparazione della brace per una grigliata. Non lo impiego sistematicamente, perché non è facile da reperire, ma il fatto che quasi non produca fumo e che sia praticamente inodore è ideale ogni volta che desidero cuocere senza alterare il sapore della pietanza posata sulla griglia.

L’ontano bianco

L’ontano bianco è un alberello pioniere, più piccolo dell’ontano comune, raggiunge i 10-15 metri, ma spesso ha un portamento arbustivo. È riconoscibile grazie alla sua corteccia liscia, lucida, grigiastra e chiara. Al contrario dell’ontano comune, non sopporta il ristagno dell’acqua nel suolo e spunta su suoli più basici. 

Infiorescenze maschili e femminili (rosse) di ontano bianco

Infiorescenze maschili e femminili (rosse) di ontano bianco

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L’ontano bianco, come tutte le altre specie libera abbondante polline, visto che lo affida al vento per assicurare la propria riproduzione. I pollini delle tre specie di ontano sono molto allergenici. Per quanto riguarda l’ontano comune e l’ontano bianco, inoltre, al forte potere allergenico si aggiunge una fioritura molto precoce: questi ontani negli inverni miti possono fiorire già a partire da gennaio. I mutamenti climatici potrebbero favorire un ulteriore anticipo della stagione pollinica degli ontani, accorciando il già breve periodo annuale di tregua per le persone allergiche. 

L'ontano verde è fra gli ontani quello che si arrampica più in alto

L'ontano verde è fra gli ontani quello che si arrampica più in alto

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L’ontano verde

In Ticino e nelle valli alpine, l’ontano verde ha una presenza particolarmente significativa. È un arbusto piuttosto alto, che può raggiungere i 3 metri. Il suo habitat è costituito da canali naturali di scarico delle valanghe, pietraie e sponde dei torrenti, ma negli ultimi decenni si è diffuso massicciamente sui pascoli alpestri abbandonati, arrivando a costituire il 70% del bosco arbustivo delle Alpi svizzere. Questo fenomeno è legato alla riduzione delle attività agropastorali: meno sfalci e meno bestiame significano più spazio per l’ontano verde, che cresce rapidamente e forma coperture dense influenzando lo sviluppo della vegetazione e modificando il paesaggio alpestre. Il suo impatto è particolarmente importante al di sopra del limite altitudinale dei boschi. La sua avanzata provoca una perdita di biodiversità sugli alpeggi. L’ontano verde ha anche la caratteristica di essere molto elastico e di ripiegare i propri fusti verso valle, non rompendosi anche in caso di forti nevicate. Un arbusteto di ontano verde inoltre, sopporta senza difficoltà lo scivolare a valle delle valanghe. Insomma, sui pendii colonizzati, la biodiversità diminuisce e aumenta il rischio di valanghe, perché questi arbusti non offrono la stessa protezione del bosco maturo. Perciò, contrastare l’espansione dell’ontano verde è oggi una priorità per mantenere aperti i pascoli alpini. Tra le soluzioni sostenibili spicca il ritorno al pascolo con razze rustiche di pecore e capre, che scortecciano i fusti limitandone la crescita.

Razze rustiche di capre, pecore e bovini possono contenere l'avanzata dell'ontano verde

Razze rustiche di capre, pecore e bovini possono contenere l'avanzata dell'ontano verde

  • IMAGO / Depositphotos

Le tre specie di ontano presenti naturalmente nel nostro territorio ci raccontano la storia del nostro rapporto con la natura: L’ontano nero è un alleato nella stabilizzazione dei suoli, quello verde oggi è protagonista di dinamiche ecologiche complesse sugli alpeggi, mentre l’ontano bianco lungo i corsi d’acqua forma preziosissime foreste alluvionali importanti per la sicurezza idraulica e la biodiversità. Osservare gli ontani e conoscerli ci fa capire come anche piccoli cambiamenti del clima, dell’ambiente e nelle pratiche umane possano trasformare interi ecosistemi.

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