Sono piccoli o grandi spazi verdi, spesso circondati dall’asfalto, racchiusi nel cuore delle città universitarie e delle capitali di tutta Europa: gli orti botanici non hanno mai smesso di produrre conoscenza, sono dei veri e propri scrigni di biodiversità e custodi di una cultura centenaria.
Nati con gli horti sanitatis dei monasteri medievali, i giardini botanici si moltiplicano nel 1500 e alimentano lo sviluppo delle scienze naturali, funzionando al contempo come strumenti didattici per gli studenti di botanica.
Orti botanici e cambiamento climatico
Il giardino di Albert 25.10.2025, 18:00
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Le sfide del clima
Oggi, gli orti botanici di tutto il mondo, si confrontano con una sfida inedita: il cambiamento climatico. “Il primo effetto che registriamo è uno sfasamento fenologico: i cicli vitali delle piante non seguono più l’andamento cui eravamo abituati”, spiega Marco D’Antraccoli, curatore dell’Orto Botanico di Pisa. “L’aspetto più critico è la siccità estiva, che ci costringe a razionare l’acqua con conseguenti tassi di mortalità più alti.” Con lo stress idrico, le piante vengono attaccate più facilmente dai parassiti, che a loro volta si espandono in nuovi territori in condizioni climatiche più favorevoli.

L'Orto Botanico dell’Università di Pisa è il più antico orto botanico universitario del mondo
Anche al Giardino Botanico delle Isole di Brissago si osservano cambiamenti. “Abbiamo perso diversi alberi a causa di eventi meteorologici estremi”, racconta il curatore Alessio Maccagni. “Stiamo rivedendo l’intera collezione per capire quali piante possano adattarsi meglio al nuovo clima subtropicale umido con estati calde.”
https://rsi.cue.rsi.ch/info/ambiente/Le-Isole-di-Brissago-ambasciatrici-di-bellezza--2748686.html
Una situazione che si ripete in molti altri orti botanici europei. Uno studio condotto ai Kew Gardens di Londra ha rivelato che entro il 2090 oltre il 50% degli 11’000 alberi presenti potrebbe essere minacciato, con il 45% delle specie al limite del proprio areale naturale.
Ma c’è anche una buona notizia: proprio come in un laboratorio a cielo aperto, in questi luoghi, giardinieri, ricercatrici e ricercatori sperimentano metodi per preservare le specie più fragili e per studiare le interazioni tra clima e flora.
Un’occasione di studio
A Ginevra si sperimenta con nuove specie come una quercia ibrida turca resistente alla siccità. “Portiamo avanti un lavoro empirico per comprendere i limiti di sopportazione delle piante, mettendo poi questo sapere a disposizione di tutti”, spiega il direttore Nicola Schoenenberger.
Giardino Botanico di Ginevra
Il giardino di Albert 15.10.2023, 18:10
A Pisa D’Antraccoli e il suo team hanno condotto uno studio approfondito sulle 200 specie presenti nell’arboreto. “Abbiamo ricostruito le esigenze climatiche di ogni specie e le abbiamo confrontate con le proiezioni climatiche per Pisa fino al 2100”, spiega. “I risultati sono preoccupanti: entro fine secolo, il 60% dei nostri esemplari arborei rischia la scomparsa.” Al contempo, però, questo lavoro ha permesso di creare mappe di rischio climatico e di pianificare un ricambio di specie più adatte al clima futuro.
In quest’ambito, un ruolo fondamentale è svolto anche dalle banche dei semi, come quella di Ginevra che conserva milioni di semi di specie rare a -25°C. “Vogliamo preservare la diversità genetica per avere più opzioni in futuro”, sottolinea Schoenenberger. “Non sappiamo quali specie si adatteranno meglio, quindi le conserviamo tutte.”
Insomma, gli orti botanici si confermano non solo custodi preziosi di biodiversità, ma rappresentano uno spazio di ricerca fondamentale per preservare un patrimonio naturale minacciato dai cambiamenti in atto, nella speranza di contribuire alla sua sopravvivenza futura.








