Approfondimento

Aria condizionata, lusso o necessità?

I climatizzatori aiutano ad affrontare le ondate di caldo sempre più intense e frequenti, ma la loro diffusione ha un forte impatto sul consumo di energia

  • Oggi, 05:43
  • Oggi, 06:48
583663247_highres.jpg

Nel mondo ci sono oltre due miliardi e mezzo di climatizzatori, ma in Svizzera sono ancora relativamente poco diffusi

  • Keystone
Di: Luigi Jorio, Pauline Turuban (swissinfo.ch) 

In inverno, quando fa freddo, è normale accendere i termosifoni o mettere legna nel camino. Nessuno contesta la necessità di adeguare la temperatura nelle case, sebbene gli impianti di riscaldamento siano una fonte importante di emissioni di CO2. Tuttavia, quando il caldo si fa opprimente, garantire il comfort all’interno dei locali è una questione più dibattuta.

Con l’aumento delle ondate di calore, sempre più persone cercano refrigerio con l’aria condizionata. La domanda di climatizzatori cresce in modo esponenziale in Asia e in Medio Oriente, ma anche in regioni più temperate in Svizzera e in Europa.

L’aria condizionata migliora la qualità del sonno durante le notti d’estate. Mantiene la concentrazione nelle scuole e la produttività negli uffici nei periodi di canicola. Può persino salvare delle vite: nel 2019, i climatizzatori hanno evitato quasi 200’000 decessi prematuri dovuti al caldo nel mondo, secondo un rapporto di Lancet Countdown.

Tuttavia, l’aria condizionata è controversa a causa del suo impatto su clima e del consumo elevato di elettricità. È diventata sempre più un tema di scontro politico.

Il ricorso massiccio ai climatizzatori è una “pessima soluzione” perché aggrava la crisi climatica, ha affermato il Governo francese, reagendo alla recente proposta di installare climatizzatori in tutti gli edifici pubblici. Anche in Svizzera l’aria condizionata fa discutere il mondo politico e alcuni Cantoni ne limitano l’uso.

Quali sono gli impatti dell’aria condizionata sul clima?

Nei climatizzatori sono presenti dei gas refrigeranti, come gli idrofluorocarburi. Se rilasciati nell’atmosfera, questi gas contribuiscono all’effetto serra e quindi alla crisi climatica.

L’R-32, un gas sintetico usato da anni per la climatizzazione, ha un potenziale di riscaldamento di circa 675 volte superiore a quello del CO2. I gas refrigeranti possono fuoriuscire durate il funzionamento o lo smaltimento dei climatizzatori.

A queste emissioni dirette si sommano quelle indirette legate al consumo di elettricità. Oltre la metà dell’elettricità nel mondo proviene da fonti fossili (carbone e gas) che rilasciano grandi quantità di CO2. Complessivamente, i climatizzatori sono responsabili di oltre il 3% delle emissioni di gas serra nel mondo. L’impatto sul clima è simile a quello dell’aviazione.

Trattati internazionali come l’Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal mirano a ridurre il consumo di idrofluorocarburi. Le alternative più sostenibili sono gas con un impatto minore sullo strato di ozono e sul clima. I climatizzatori di nuova generazione usano gas quali il butano o il propano, che seppur infiammabili hanno un effetto minore sul riscaldamento globale. “Oggi, se si usa un refrigerante di questo tipo, è possibile utilizzare un climatizzatore in casa propria e avere la coscienza pulita”, sostiene Stefan Reimann del Laboratorio federale svizzero di prova dei materiali e di ricerca (Empa), citato dal Tages-Anzeiger.

I climatizzatori, inclusi i nuovi modelli, hanno però un effetto sul clima locale. Il calore che rilasciano all’esterno contribuisce a riscaldare l’ambiente circostante, aggravando il fenomeno delle isole di calore in città.

Quanta elettricità si consuma per l’aria condizionata?

Un climatizzatore domestico utilizza tra i 3 i 7 chilowattora di elettricità al giorno. È cinque volte il consumo di un ciclo di lavaggio di una moderna lavastoviglie, afferma Cordin Arpagaus, ricercatore della Scuola universitaria professionale della Svizzera orientale.

Raffreddare artificialmente gli spazi consuma il 7% dell’elettricità a livello mondiale (dato del 2022), secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE). Rispetto al 2000, il consumo elettrico dei sistemi ad aria condizionata, e in misura minore dei ventilatori, è più che raddoppiato.

Il consumo mondiale di elettricità per l’aria condizionata triplicherà entro il 2050, prevede l’AIE. In futuro, i climatizzatori nel mondo utilizzeranno tanta elettricità quanta quella consumata dalla Cina in tutto il 2018.

Molte persone acquistano dei climatizzatori portatili. Si installano facilmente e costano meno di quelli fissi (o split). Tuttavia, consumano più elettricità per ottenere lo stesso effetto di raffreddamento. Il timore è che il boom dei climatizzatori possa sovraccaricare la rete elettrica e non è escluso il rischio di un blackout.

Ma in determinate situazioni, i climatizzatori potrebbero anche contribuire alla stabilità della rete. Un progetto pilota ha sperimentato il controllo a distanza dei climatizzatori in un gruppo di abitazioni private ad Austin, negli Stati Uniti. Tra il 2019 e il 2023, il funzionamento degli apparecchi domestici è stato regolato da ricercatori in base allo stato della rete elettrica. Ad esempio, ne hanno ridotto l’attività nei momenti di maggior domanda di corrente.

“I climatizzatori potrebbero svolgere un ruolo significativo nell’aumentare la flessibilità della rete. E questo senza compromettere il comfort nelle case”, sostiene Johanna Mathieu, professoressa di elettrotecnica e informatica all’Università del Michigan. La temperatura interna è variata di meno di un grado Celsius rispetto a quella impostata dalle persone residenti.

Quali Paesi hanno il maggior numero di climatizzatori?

Nel mondo sono in funzione oltre due miliardi e mezzo di climatizzatori, secondo le stime dell’AIE. La maggior parte si trova negli Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e soprattutto in Cina, dove la diffusione dell’aria condizionata è esplosa dal 2010.

Circa un’abitazione su tre nel mondo (36%) è dotata di un sistema ad aria condizionata, secondo l’AIE. Una quota destinata a salire al 60% nel 2050.

L’incremento sarà particolarmente marcato in India, dove il numero di questi apparecchi dovrebbe decuplicare nei prossimi dieci anni. Anche Messico, Brasile e Medio Oriente registreranno una forte crescita, mentre l’evoluzione in Europa sarà più contenuta.

La richiesta di sistemi di raffreddamento è in rapido aumento anche nei Paesi dell’Asia centrale a causa di periodi di caldo estremo sempre più frequenti e della crescente urbanizzazione.

La domanda di aria condizionata è destinata ad aumentare non solo a causa dell’aumento delle temperature, ma anche della progressione dei redditi, afferma Hannah Ritchie, ricercatrice del Programma per lo sviluppo globale dell’Università di Oxford. Se le persone che vivono in Paesi estremamente caldi come l’India o l’Indonesia potessero permettersi un climatizzatore, lo avrebbero già, dice Ritchie. “Questo accadrà nei prossimi decenni con in molti Paesi a basso e medio reddito”.

Negli Stati Uniti, circa il 90% delle abitazioni dispone di un climatizzatore. La proporzione nell’Unione Europea era invece del 20% nel 2019, con percentuali più elevate in Italia, Grecia e Spagna (tra il 50 e il 60%), secondo i dati più aggiornati dell’Agenzia europea dell’ambiente.

In Russia, l’adozione di sistemi di climatizzazione è eterogenea: nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo la percentuale di famiglie con condizionatori d’aria raggiunge il 30–50%, ma a livello nazionale rimane più bassa.

Per quanto riguarda la Svizzera, non esistono cifre ufficiali, ma si stima che solo il 5% delle abitazioni sia dotato di aria condizionata. 

Perché l’aria condizionata è poco diffusa in Svizzera?

La risposta più immediata è perché i climatizzatori non sono essenziali. In Svizzera, le estati non sono così torride e le temperature non così estreme come nei Paesi mediterranei o del Medio Oriente.

Ma le ondate di caldo tendono a essere più frequenti e prolungate anche in Svizzera, uno dei Paesi che ha registrato il più forte aumento delle temperature negli ultimi 10 anni. Il bisogno di rinfrescare le abitazioni cresce e i climatizzatori portatili vanno a ruba: lo scorso giugno il negozio online svizzero Galaxus ha venduto il triplo di apparecchi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Aumentano anche le vendite dei climatizzatori fissi, seppure molto più lentamente. Ogni anno sono installati circa 20’000 apparecchi di questo tipo nelle abitazioni e negli uffici.

Contrariamente ai modelli portatili, i climatizzatori split devono soddisfare dei requisiti energetici ed edilizi. Attualmente, le autorità cantonali autorizzano solo quelli con una potenza massima di 12 watt per metro quadrato.

Le limitazioni possono essere anche più severe. A Zurigo, chi vuole un sistema di questo tipo deve dapprima isolare adeguatamente i locali e avere un dispositivo di protezione dai raggi del sole (ad esempio delle tapparelle automatiche). Nel Canton Friburgo, solo chi ha dei pannelli fotovoltaici sul tetto può installare un condizionatore fisso.

Per Marco von Wyl, direttore dell’Associazione svizzera dei produttori e fornitori di sistemi di riscaldamento, ventilazione e climatizzazione, la limitazione della potenza di raffreddamento è l’ostacolo principale della loro installazione in Svizzera. Molti edifici esistenti, dice, sono tagliati fuori.

Quali sono le alternative all’aria condizionata?

Per rimanere al fresco senza ricorrere all’aria condizionata, è fondamentale impedire ai raggi solari di penetrare all’interno degli edifici, soprattutto attraverso le finestre. Tapparelle esterne, tende parasole e persiane bianche offrono una protezione efficace.

Per Jean-Christophe Hadorn, ricercatore e consulente energetico, il futuro è nei ventilatori. In media consumano 20 volte meno elettricità rispetto ai climatizzatori e offrono comunque un certo sollievo. “Presto troveremo ventilatori in tutte le case”, dice.

A livello urbano, la vegetazione, la presenza di specchi d’acqua e una maggiore permeabilità del suolo contribuiscono a ridurre la temperatura ambiente, e di conseguenza negli edifici.

L’aria condizionata non è una soluzione miracolosa. Ma dobbiamo accettare il fatto che la domanda di raffreddamento crescerà, afferma Hannah Ritchie. L’aria condizionata deve essere integrata con altre soluzioni che rendano città ed edifici più freschi, dice. “Soprattutto se vogliamo proteggere chi lavora all’aperto e le persone più povere che non possono permettersela”.

02:16

Stagione in chiaro-oscuro per i lidi

Il Quotidiano 10.08.2025, 19:00

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare