Verrebbe da dire che a Basilea facciano a gara a piantare alberi e fiori. Perfino il tram corre fra le margherite. Sono fioriti i balconi e sono fiorite le aiuole comunali ed i giardini privati. E sono fioriti anche i tetti e le facciate dei palazzi.
Autorità e cittadini sono coesi nella lotta contro il caldo e a favore dell’ambiente: vogliono una Basilea verde, ma un verde fatto di vegetazione autoctona e mescolata in modo che si crei biodiversità. Ma per davvero.
E infatti, medaglia d’oro come Città verde svizzera nel 2024, Basilea fa scuola. E sfoggia giardini pensili da manuale. Il verde è ovunque, ma quel che fa della città un modello seguito a livello mondiale sono soprattutto i suoi prati sui tetti. Anche quello della Banca cantonale che sostiene un progetto di BirdLife Svizzera.
“Il progetto è stato lanciato nel 2023. BirdLife Svizzera ha cercato vari progetti per poter realizzare i tetti verdi, le facciate verdi o anche ambienti più naturali. Insieme ad altri partner, siamo riusciti a realizzare oltre mille metri quadrati di verde nella città di Basilea. E in futuro, si sta pensando di estenderlo al resto della Svizzera”, afferma Diana Marti, responsabile del progetto aree insediative, BirdLife Svizzera. Con quali piante? “Soprattutto piante autoctone. È molto importante, soprattutto nelle città, perché la biodiversità è in cattive condizioni in Svizzera”, prosegue.
I basilesi hanno già colto il messaggio e si sono attivati senza perdere tempo. Come gli esercenti un bar ricavato in un container lungo il Reno. Sopra il container, prospera una selva di erbe aromatiche. “Abbiamo erbe che possiamo utilizzare nei nostri prodotti”, spiega Selina Cervantes della Oettlinger Buvette. Quali? “Timo, rosmarino, basilico. Anche menta per le bibite. Inoltre aiuta ad abbassare la temperatura del container, perché in estate diventa davvero troppo caldo per lavorarci. Questo è il terzo anno”, prosegue.
Basilea è la città con più tetti verdi al mondo pro capite. Sono circa 6’000, per una copertura media di 11 m2 per abitante. Dal 2002 vegetalizzare i tetti piani qui è obbligatorio. Ma è almeno dal 1995 che si sperimenta e le autorità comunali e cantonali sono impegnate in uno sforzo di coordinamento esemplare. Con l’aiuto di scienziati, come Stephan Brenneisen, il responsabile del gruppo di ricerca ecologia urbana ZHAW, una figura chiave. “Per me - spiega - tutto è iniziato circa 30 anni fa. Ero assistente all’Istituto di Geografia dell’Università di Basilea. Nell’edificio del nostro istituto c’era un tetto nero, senza nulla. Cercai di capire se fosse possibile renderlo verde. Alla fine tutto funzionò. Su quel tetto, riuscimmo a creare la nostra prima area sperimentale”.
“Il tetto sul Biozentrum è dell’Università. Un edificio nuovo di circa mille metri quadrati. Qui arrivano coleotteri, farfalle, api, cavallette, uccelli e trovano un ecosistema indisturbato. Si crea spazio per la natura. Si ha un raffreddamento. Potrebbe sostituire un impianto di aria condizionata. Tutta la città nel complesso si raffredda un po’. La scorsa settimana abbiamo avuto un congresso e sono venute persone dalla Nuova Zelanda, dal Canada, dall’Iran, dal Messico per vedere questi esempi”, conclude.