Approfondimento

I “dupe”, profumi che preoccupano l’industria del lusso

Fragranze a basso prezzo che imitano i grandi nomi: un mercato al limite della contraffazione in forte espansione

  • Un'ora fa
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Le copie invadono anche gli scaffali delle grandi catene

  • Keystone
Di: Gabriel Tejedor (RTS)/sf 

Profumare come le fragranze dei grandi senza spendere una fortuna: è quello che promettono i “dupe”, profumi che imitano il più possibile gli originali, venduti a prezzi notevolmente più vantaggiosi.

Sui social media molti influencer rivelano le loro scoperte: “Sette franchi per un dupe del profumo Chloé”, “Perfetto se vi piace il Paradoxe di Prada”. Ma questi prodotti non sono solo online, vengono venduti anche dai grandi supermercati.

I loro creatori non nascondono l’ambizione di scardinare l’industria del lusso. È il caso di Sasha Tognarelli, fondatore di un sito svizzero che vende le sue fragranze “made in Italy” tra i 18 e i 60 franchi. Nei suoi uffici a Zugo presenta con orgoglio il suo bestseller ispirato a Baccarat Rouge di Francis Kurkdjian. “Non sono Robin Hood, ma penso che non sia necessario spendere 500 franchi per profumare bene”, afferma. La sua ricetta? Ridurre i costi sui flaconi, gli imballaggi e fare a meno delle campagne marketing appariscenti. “Non c’è bisogno di Johnny Depp su un cavallo nel deserto”, ironizza.

I veri finti profumi (Fokus, RTS, 25.08.2025)

Quello che è necessario invece è la padronanza tecnica. Jean-Jacques Rouge, profumiere di mestiere, spiega come si realizzano queste imitazioni: “Si mettono alcune gocce del profumo in un apparecchio che si chiama cromatografo in fase gassosa. Identifica le molecole e la loro quantità. Resta poi da ricreare la ricetta. In seguito si chiede a un naso professionale di fare gli ultimi aggiustamenti ed è pronto”.

L’industria del lusso cerca di battere sul tempo i copiatori inventando e poi proteggendo nuove molecole. Ma spesso si tratta solo di una breve tregua, perché i copiatori sono molto efficienti. In gioco ci sono somme importanti e i rischi sono quasi nulli. Infatti, un profumo non può essere protetto legalmente. Basta quindi che la composizione del “dupe” differisca anche solo leggermente da quella dell’originale perché la legge non abbia nulla da obiettare.

Alle marche resta la possibilità di proteggere i contenitori. Eveline Capol, dell’associazione Stop alla pirateria, ricorda quanto sia sottile il confine tra ispirazione e imitazione illegale: “Se il flacone del profumo, il nome o la confezione sono identici, allora si tratta di una contraffazione. Altrimenti, è legalmente tollerato”.

Contraffazioni sorvegliate

Le dogane lo sanno bene. All’aeroporto di Ginevra, i pacchi sospetti vengono esaminati con grande attenzione. Le contraffazioni di profumi rappresentano una vera sfida. Fortunatamente, i doganieri possono fare affidamento sulle marche lese, che decidono autonomamente se perseguire o meno l’acquirente di un profumo sospetto.

A meno che non vengano copiati i design originali, i “dupe” restano quindi legali. Il risultato? Invadono anche gli scaffali delle grandi catene come Zara, Lidl o Mango. Ma qual è il loro valore olfattivo? Un esperto ha confrontato alcuni “dupe” con gli originali: alcuni se la cavano dignitosamente (come il Chanel No. 5 versione Parfumunglaublich), altri molto meno (One Million reinterpretato da Lidl, definito una “pallida imitazione”).

Dunque, duplicazione o democratizzazione? Se i difensori della proprietà intellettuale si preoccupano, i consumatori spesso decidono con il portafoglio. E per molti, il profumo del lusso non è mai stato così accessibile.

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La posta sospende l'invio di pacchi negli USA

SEIDISERA 25.08.2025, 18:00

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