L’abitudine di tenere una piccola scorta di contanti a casa può sembrare legata alle generazioni più anziane, ma è una buona abitudine, secondo la Banca centrale europea (BCE) e la Confederazione.
L’istituzione europea ha presentato i suoi consigli per affrontare diversi tipi di crisi in un articolo in cui si sottolinea l’importanza di avere una piccola scorta di denaro fisico a casa.
Nel caso di un grave blackout o di un attacco informatico su larga scala, il contante rappresenta infatti “una protezione a basso costo contro un’instabilità sistemica importante”, si legge nel documento. La BCE consiglia di mettere da parte dai 70 ai 100 euro a persona per coprire i bisogni essenziali per circa 72 ore. All’interno dell’Unione Europea, Paesi Bassi, Austria e Finlandia hanno già adottato raccomandazioni di questo tipo.
In Svizzera, avere del denaro contante in casa fa parte degli “articoli utili” citati dalla Confederazione nel documento Scorte d’emergenza – per ogni evenienza, che elenca le scorte da tenere in casa in previsione di una crisi. Questa lista è stata recentemente menzionata dopo il gigantesco blackout che ha colpito Spagna e Portogallo lo scorso aprile.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/scienza-e-tecnologia/Anche-la-Svizzera-pensa-al-blackout--2788342.html
Il documento non indica però un importo specifico. Ai microfoni della RTS, Virgile Perret, dell’Osservatorio della finanza di Ginevra, suggerisce di conservare “tra i 50 e i 100 franchi nel portafoglio”, precisando però che è “difficile fornire una cifra precisa”.
L’intervista a Virgile Perret (Forum, RTS, 26.09.2025)
Questo importo dovrebbe essere sufficiente, perché “è raro che i blackout durino diversi giorni”, sottolinea Perret, ma somme più elevate sarebbero utili “in una zona di conflitto, dove c’è una crisi grave”.
Ritiene che l’indicazione della BCE sia “una raccomandazione di buon senso” e “prudente”, poiché si tratta di “una soluzione alternativa”.
Il futuro del contante
Anche se l’uso del contante è in forte calo a favore dei pagamenti elettronici, Perret rileva “una presa di coscienza del fatto che una disponibilità minima di contante nella società ha dei benefici”.
Secondo lui, ci sarà comunque “sempre una disponibilità di contante in Svizzera”, soprattutto perché “gli svizzeri sono relativamente legati al denaro contante”, ma anche per motivi di protezione dei dati, poiché i pagamenti in contanti sono anonimi, di inclusione finanziaria (ad esempio per alcune persone anziane) o in caso di situazioni di emergenza.

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Notiziario 08.09.2025, 16:00
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