Approfondimento

Un futuro rossocrociato per gli aerei elettrici?

La Svizzera ha una solida rete di start-up attive nell’aviazione elettrica, un settore che si sviluppa lentamente ma inesorabilmente

  • 2 ore fa
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Le batterie e il loro peso rimangono un ostacolo maggiore allo sviluppo di grandi velivoli elettrici

  • RTS
Di: Stéphane Deleury,  Emilie Délétroz (RTS)/sf 

Il mondo dell’aviazione elettrica è dinamico in Svizzera, con nomi come H55, che ha sviluppato un sistema di propulsione elettrica sulla scia di Solar Impulse, Dufour Aerospace o Cellcius. Il progetto di aereo innovativo più avanzato è quello di Smartflyer.

Smartflyer

Da nove anni, la start-up Smartflyer, con sede a Selzach (SO), sta sviluppando un prototipo di aereo elettrico a quattro posti, trasformabile in versione ibrida, con l’obiettivo di effettuare il primo volo il prossimo anno. Particolarità: l’elica si trova sulla coda dell’aereo, anziché sulla parte anteriore.

“È un aereo costruito appositamente per il motore elettrico”, spiega Rolf Stuber, ex pilota di linea e fondatore di Smartflyer. “Il motore posizionato sulla coda è circa il 25% più efficiente rispetto a quello sul muso”.

L’aereo è ancora in fase di perfezionamento. Prima di poter volare, le batterie devono essere integrate. “Inizieremo alla fine dell’anno o all’inizio del 2026 con i test a terra, seguiti dai test ad alta velocità”, indica Dominik Heiri, responsabile del progetto dell’azienda. “Se riusciremo a dimostrare che l’aereo si comporta in modo sicuro a terra e che l’aerodinamica funziona come previsto, l’Ufficio federale dell’aviazione ci concederà il permesso di volo”, prosegue Heiri.

Attualmente, lo Smartflyer ha un’autonomia di due ore in versione completamente elettrica, “il doppio rispetto agli aerei elettrici già presenti sul mercato”, precisa Heiri. Pensato per la formazione dei piloti di linea, nella versione ibrida potrà coprire fino a 700 chilometri. L’obiettivo è di commercializzarlo all’inizio degli anni 2030.

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  • Smartflyer

La Svizzera pioniera

Attualmente, secondo l’Ufficio federale dell’aviazione civile, in Svizzera sono registrati 45 velivoli elettrici, per lo più alianti motorizzati o prototipi. Mentre l’unico aereo elettrico certificato al mondo è il Velis Electro del produttore sloveno Pipistrel, la Svizzera ha svolto un ruolo pionieristico.

Nel 2020, questo aereo ha effettuato il suo volo inaugurale a Ecuvillens (FR) e oggi undici esemplari volano nel nostro Paese. “Con i Pipistrel abbiamo avuto la possibilità di operare non solo con prototipi”, spiega Marc Corpataux, importatore dell’aereo, “siamo stati i primi al mondo, e questo ci ha dato un certo vantaggio”.

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Uno degli 11 Velis Electro presenti in Svizzera

  • Stéphane Deleury/RTS

La Svizzera ha potuto trarre insegnamenti importanti da questo progetto, sottolinea Corpataux: “Cinque anni dopo, abbiamo accumulato circa 6000 ore di volo con questa flotta e abbiamo acquisito molta esperienza, soprattutto per quanto riguarda le batterie, che sono il punto critico negli aerei elettrici”.

Le batterie e il loro peso rimangono infatti un ostacolo maggiore allo sviluppo di aerei elettrici di grande capacità. Nessun apparecchio, anche piccolo, è del resto stato certificato al mondo da cinque anni.

Svizzera, futuro eldorado dell’industria degli aerei elettrici? (La Matinale, RTS, 01.10.2025)

Progetti futuri

Anche se l’aviazione elettrica sia in pieno sviluppo, bisognerà ancora aspettare prima un po’ di poter partire per le vacanze a bordo di un aereo decarbonizzato. Al momento, la maggior parte dei progetti di aerei elettrici per il trasporto a corto raggio nel mondo punta su modelli ibridi, che utilizzano ancora in parte cherosene o benzina per aumentare l’autonomia.

Per quanto riguarda i voli a lungo raggio, “la ricerca si concentra attualmente soprattutto sul carburante sostenibile per l’aviazione, ovvero il cherosene sintetico”, spiega Rolf Stuber, il fondatore di Smartflyer.

“A medio termine, è un buon modo per ridurre le emissioni di CO₂ - prosegue - ma a più lungo termine, il futuro è l’idrogeno, sia con celle a combustibile, sia con turbine convenzionali alimentate a idrogeno”.

Sfide importanti

Progetti di questo tipo richiedono però grandi investimenti, avverte Rolf Stuber, “soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture degli aeroporti”. “È per questo che ritengo che ci vorranno ancora alcune decine d’anni prima di poter volare senza emissioni grazie all’idrogeno” afferma.

La posta in gioco è alta: se non si interviene, l’aviazione potrebbe arrivare a essere responsabile, in futuro, di un quarto delle emissioni globali di CO₂.

14:57

Italo Marazza, vent’anni di aviazione

RSI Ticinesi raccontano 29.09.2025, 10:40

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