“Oggi è un inferno assoluto”: il direttore del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) Pierre Krähenbühl ha descritto così la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Intervistato lunedì sera dai colleghi di RTS durante la trasmissione “19h30”, ha invitato i responsabili politici a lavorare per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
“È in gioco la nostra umanità”
“Se siamo disposti a tollerare ciò che stiamo vedendo nella Striscia di Gaza, allora è in gioco la nostra umanità collettiva. Questo mina le fondamenta stesse della nostra umanità”, ha dichiarato Krähenbühl.
Domenica, il Comitato internazionale della Croce Rossa ha riportato la morte di due membri del suo personale, rimasti uccisi in un attacco alla loro casa a Khan Yunis, nel sud del territorio assediato dall’esercito israeliano.
“Siamo inorriditi dalla morte dei nostri colleghi Ibrahim Eid e Ahmad Abu Hilal. Faccio il loro nome perché non voglio che la sofferenza e la morte nella Striscia di Gaza rimangano anonime”, ha dichiarato Pierre Krähenbühl.
La morte dei due operatori umanitari illustra, dice, “la vita quotidiana della gente nella Striscia di Gaza”. In particolare, cita “centinaia di bambini mutilati” e lo spostamento forzato di gruppi di civili in tutto il territorio. Ha anche sottolineato le difficoltà nell’ottenere rifornimenti alimentari.

Due morti del CICR a Gaza
Telegiornale 25.05.2025, 20:00
“Immaginate: la Striscia di Gaza è un po’ più grande del cantone di Ginevra, ma con un numero di abitanti quattro volte superiore (nel 2023 erano oltre due milioni, ndr). È come se il cantone di Ginevra fosse costantemente circondato e bombardato. Per rifornire questa popolazione arrivano un centinaio di camion. Naturalmente non è sufficiente”, spiega l’operatore umanitario.
Tuttavia, sottolinea che altre migliaia di camion di aiuti stanno per entrare nell’enclave palestinese. Ma hanno bisogno di un via libera. “Siamo sull’orlo del collasso”, riassume. “È assolutamente insostenibile. Abbiamo bisogno di una forte risposta internazionale”. A suo avviso, parlare di rispetto del diritto internazionale umanitario non è sufficiente. “I ministri, i parlamentari e i diplomatici devono alzare il telefono”, esorta. Ogni funzionario deve trovare il coraggio “di usare la propria influenza presso la parte (Hamas o il governo di Benjamin Netanyahu, ndr.) a cui è più vicino per cambiare il suo comportamento”.
Alla domanda su quale sia l’atteggiamento della Svizzera, finora discreto, Pierre Krähenbühl ha risposto: “Ogni Stato deve assumersi le proprie responsabilità. Non potremo dire in seguito che non lo sapevamo”
L'inferno di Gaza
Falò 15.04.2025, 20:45