Toni poco incoraggianti da Washington per la Svizzera a proposito di un accordo sui dazi. In un’intervista televisiva, il ministro del commercio dell’amministrazione Trump, Howard Lutnick, ha riso parlando di Svizzera e ha lasciato intendere che è troppo tardi per sperare in un accordo tra i migliori al mondo, come invece confidava la Confederazione prima dell’annuncio choc di quest’estate con dazi al 39%.
Nell’intervista, che è andata in onda sul canale NewsNation, Lutnick ha parlato dei negoziati con vari Paesi, con parole dirette anche a Berna, dove si continua a sperare e a lavorare per una riduzione dei dazi. Con le sue parole ha verosimilmente evocato l’oramai famosa telefonata tra la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e Donald Trump del 31 luglio, finita male per Berna con un dazio tra i più alti al mondo.
Lutnick ha detto che i leader svizzeri si definiscono un Paese piccolo. Ma è un Paese ricco, ha aggiunto, “perché ci vendono merce per quaranta miliardi di dollari, più di quanta ne comprino”. E ha ribadito il fastidio per il deficit commerciale con la Svizzera.
Ha confermato che le trattative proseguono, ma ha aggiunto una frase poco incoraggiante per Berna, che sperava in un dazio del 10% come quello ottenuto in primavera dal Regno Unito: “Trump tratta così: il primo accordo è sempre il migliore. Poi l’asticella si alza sempre di più” ha spiegato Howard Lutnick. Parole che rivelano il tono e la strategia dell’attuale amministrazione a Washington.