La testimonianza

“Non vogliamo un corridoio per Cipro, vogliamo arrivare a Gaza”

La Global Sumud Flottilla dovrebbe arrivare a destinazione nella notte tra il 30 settembre e il primo ottobre – Fabrizio Ceppi è su una nave: “Più scenari: o ci attaccano o cercano di sequestrarci, ma con 40-50 barche non sarà semplice”

  • Oggi, 12:22
  • 39 minuti fa
03:43

RG 12.30 del 29.09.2025 - La testimonianza di Fabrizio Ceppi raccolta da Manjula Bhatia

RSI Info 29.09.2025, 12:19

  • RSI
Di: Radiogiornale-Manjula Bhatia/dielle 

La Global Sumud Flottilla - la flottiglia di navi civili che sta navigando verso Gaza nel tentativo di rompere il blocco marittimo israeliano e consegnare aiuti umanitari - si trova adesso a metà strada tra Creta e la Striscia di Gaza, a circa 250 miglia nautiche dalla destinazione finale. Dovrebbero arrivare nella notte tra il 30 settembre e il 1° ottobre. Sono quindi ore cruciali per la missione, con rischi per gli attivisti ben superiori a quelli corsi finora. Il Radiogiornale ha raggiunto al telefono il ticinese Fabrizio Ceppi, che si trova a bordo della nave Wahoo!-Sham dove è presente anche Vanni Bianconi, chiedendogli innanzitutto quanto è concreta la minaccia di nuovi attacchi israeliani

“L’organizzazione ha previsto tre scenari possibili quando noi ci avvicineremo alla zona cruciale. Uno scenario è quello degli attacchi, ma lo si ritiene poco probabile. Dopo l’attacco che abbiamo subito con i droni al largo di Creta, in acque internazionali, in queste notti non ci sono più stati attacchi.

01:46

Un video di un’esplosione

RSI Info 24.09.2025, 12:50

C’è la fregata italiana che ci scorta, c’è una o forse anche due navi turche che sono arrivate pure a scortarci e poi dovrebbe esserci anche una nave spagnola o più navi spagnole. In questa situazione quindi attacchi come quello dell’altra notte noi tendiamo a escluderli, anche perché non favorirebbero Israele che anzi si troverebbe nella situazione di colpire delle barche in acque internazionali. Un’azione, oltre che illegale, di cui non si capirebbero le motivazioni, visto che bisognerebbe colpire delle barche che non stanno entrando nello spazio delle acque territoriali israeliane. È invece più probabile, secondo gli organizzatori, che accada quello che gli israeliani hanno sempre fatto, ovvero intercettare le barche e sequestrarle portando gli equipaggi a terra. Se le altre volte questo tipo di operazione era riuscita facilmente perché si trattava di una o due barche, questa volta però con una quarantina di imbarcazioni non sarà così semplice. Non sappiamo quindi esattamente come procederanno, ma non potranno fare tutto in una volta. Occorreranno vari interventi, pertanto le barche della flottiglia hanno qualche possibilità di non essere intercettate globalmente”. 

La nostra missione è creare un corridoio umanitario che arrivi direttamente a Gaza

Fabrizio Ceppi, membro della Global Sumud Flotilla

Queste sono ore di frenetiche mediazioni da parte del governo italiano, ma anche delle opposizioni e del presidente Mattarella. Si prevede anche un intervento della Chiesa del Patriarcato di Gerusalemme per creare un corridoio umanitario facendo tappa a Cipro. Tu come vedi questa mediazione?

La mediazione è senz’altro positiva, nel senso che significa che quello che stiamo facendo ha smosso comunque le acque. Il problema è che il corridoio umanitario noi non vogliamo portarlo a Cipro, perché allora non avremmo mosso 40 o 50 barche per portare gli aiuti a Gaza, ma avremmo organizzato una nave che andava a Cipro e poi da lì si sarebbero portati gli aiuti a destinazione. La missione non è quella di creare un corridoio umanitario più proficuo, ma di creare un corridoio umanitario che arrivi direttamente a Gaza, cioè che rompa l’assedio di Gaza. E questo secondo noi è fondamentale. È per questo che insistiamo per andare verso Gaza con gli aiuti e non da altre parti. Poi se all’ultimo momento ci sarà la possibilità di trovare una soluzione che possa accontentare tutti, tanto meglio, ma ne dubito molto…”

Quanti sono gli aiuti umanitari che portate con la quarantina di barche?

“Gli aiuti umanitari non sono molti, anche perché su una barca a vela non c’è molto spazio per poter portare cose troppo voluminose. Noi abbiamo latte in polvere, medicinali e un po’ di altro cibo, ma è chiaro che non è come avere a disposizione una nave da carico che può portare tonnellate di aiuti. In questo senso il nostro è un intervento più simbolico che non effettivo”.

La testimonianza di quando la flottiglia è stata presa di mira nelle acque greche

Qualche giorno fa i membri della flottiglia avevano dichiarato di essere stati presi di mira nelle acque greche da droni che hanno lanciato ordigni che hanno danneggiato le vele di alcune imbarcazioni. Ceppi è stato testimone anche di quegli avvenimenti che, lo scorso 24 settembre, aveva raccontato in un’intervista concessa alla RSI. Ecco l’intervista dei giorni scorsi:

02:24

24 settembre 2025, Global Sumud Flotilla presa di mira in acque greche, la testimonianza del ticinese Fabrizio Ceppi

RSI Info 24.09.2025, 13:06

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare