“Avendo a cuore il bene della Chiesa, che ho servito e continuerò a servire con fedeltà e amore, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del conclave, ho deciso di obbedire come ho sempre fatto alla volontà di Papa Francesco di non entrare in conclave pur rimanendo convinto della mia innocenza”: è quanto ha fatto sapere martedì il cardinale Angelo Becciu, che con i suoi 76 anni avrebbe dovuto aggiungersi ai 135 elettori (ma si annunciano due assenze, per problemi di salute).
Il porporato sardo nel settembre del 2020 era stato privato da Bergoglio dei “diritti connessi al cardinalato”, conservando quindi il titolo ma non le prerogative e gli incarichi in seno alla curia romana.
Ex sostituto per gli Affari generali, era coinvolto nello scandalo dell’acquisto da parte della Santa Sede di un immobile di lusso da 200 milioni di euro a Londra, e in altre accuse sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, che gli sono costate una condanna in primo grado a cinque anni e sei mesi di reclusione, mentre per il prossimo autunno è atteso l’appello.
Nei giorni scorsi Becciu - che continua a professarsi innocente - aveva fatto sapere di sentirsi non solo in diritto, ma persino in dovere di entrare nella Cappella Sistina insieme agli altri cardinali il 7 maggio. Chi sosteneva questa tesi, faceva valere la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, che regola il periodo di sede vacante e il conclave stesso, secondo la quale nessun cardinale può essere privato del diritto di partecipare all’elezione. Sul caso, se non fosse intervenuta la rinuncia, avrebbero dovuto esprimersi i cardinali in questi giorni.

Il conclave inizierà il 7 maggio
Telegiornale 28.04.2025, 20:00