Mosca resta pronta a negoziare, ma non si presta a ultimatum. Così Serghej Ryabkov, viceministro degli esteri russo, in risposta alle dichiarazioni fatte ieri, lunedì, da Donald Trump: il capo della Casa Bianca ha dato a Mosca 50 giorni di tempo per individuare una soluzione negoziata per la guerra in Ucraina. Trump ha quindi minacciato, in assenza di un accordo, di applicare severe sanzioni commerciali agli acquirenti delle esportazioni russe.

Mosca respinge l'ultimatum di Trump
Telegiornale 15.07.2025, 12:30
“Qualsiasi tentativo di presentare richieste, specialmente ultimatum, è per noi inaccettabile”, ha sottolineato Ryabkov oggi, martedì. A fargli eco anche il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, che in un incontro con i media ha definito “molto serie” le affermazioni del presidente USA. Per il resto “abbiamo bisogno di tempo per analizzare ciò che è stato detto a Washington”, ha aggiunto.
Ben più esplicito è stato invece Dmitri Medvedev, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo, che ha parlato di un “ultimatum teatrale” al Cremlino. Il mondo “è rabbrividito aspettando le conseguenze”, ma “alla Russia non è importato niente”, ha affermato sul suo account in X.
Sempre ieri Trump aveva annunciato l’invio all’Ucraina di sistemi antimissile Patriot e si era detto deluso dall’attitudine di Vladimir Putin. Il capo della Casa Bianca ha tuttavia precisato di non essere ancora pronto ad una rottura con il suo omologo russo.

L'ultimatum di Trump alla Russia
Telegiornale 14.07.2025, 20:00