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Cina: ecco l’identità digitale unica gestita dallo Stato

Il sistema, sviluppato dal Ministero della sicurezza, fornisce agli utenti un codice unico per autenticarsi su varie piattaforme digitali - Le autorità promettono maggiore privacy ma ci sono timori di sorveglianza

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RG 12.30 del 15.0725: le spiegazioni di Lorenzo Lamperti in collegamento con Giuseppe Limoncello

RSI Info 15.07.2025, 12:30

  • Reuters

La Cina ha posto in vigore oggi, martedì 15 luglio, un nuovo sistema di identificazione internet centralizzato. Il sistema sostituisce il modello decentrato di verifica dell’identità utente con un’infrastruttura unificata e statale. Non sarà più necessario avere vari account, registrarsi più volte o sottoporsi a diverse verifiche per accedere alle piattaforme connesse: ogni utente avrà un unico profilo digitale, verificato tramite documento d’identità, riconoscimento facciale e numero di cellulare.

Il Ministero della sicurezza pubblica che ha sviluppato la nuova identità digitale promette di semplificare l’accesso ai servizi online, proteggere la privacy dei consumatori e prevenire i furti d’identità. La novità solleva però preoccupazioni sulla privacy e il controllo statale. Taluni, come spiegato al Radiogiornale dal collaboratore RSI Lorenzo Lamperti, la ritengono lo strumento definitivo di controllo dell’ecosistema digitale.

Il nuovo metodo, attualmente facoltativo, richiede agli utenti di registrarsi tramite un’app governativa, fornendo dati biometrici come il riconoscimento facciale. Una volta completata la registrazione, gli utenti ricevono un “numero web” e un “certificato web” per accedere ai servizi digitali. Al momento, l’utilizzo è volontario, ma il suo impiego è già incentivato: 67 piattaforme (da WeChat a Taobao, a Douyin, la versione originale di TikTok) hanno integrato il login con identificazione statale. In alcuni casi, è diventato di fatto già quasi obbligatorio, come nella provincia dell’Anhui che ha rimosso l’autenticazione non statale ai servizi locali, di fatto forzando l’adozione del sistema centralizzato.

Nonostante le preoccupazioni, il sistema sembra riscuotere un certo successo: secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua, a maggio oltre 6 milioni di persone si erano già registrate per ottenere questa nuova identità digitale. Dopo l’entrata in vigore ufficiale di oggi il numero è destinato a salire.

La nuova identità virtuale centralizzata potrebbe ridurre ulteriormente lo spazio di espressione online, consentendo di eliminare in tempo reale i contenuti indesiderati, senza bisogno di richieste incrociate tra diverse piattaforme.

In caso di adozione su larga scala, un utente segnalato per “attività anomale” potrebbe vedersi revocata o sospesa l’identità digitale, perdendo così l’accesso non solo a internet ma anche ai servizi essenziali.

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