“Le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno commesso e continuano a commettere atti di genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza”: è quanto si legge nel rapporto pubblicato martedì dalla Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi occupati, organo ufficiale dell’ONU istituito a seguito della crisi israelo-palestinese del 2021. L’accusa di genocidio, spiega la Commissione, scaturisce da “basi ragionevoli”, riferendosi l’analisi (consultabile qui nella sua interezza) “esclusivamente alla determinazione del Genocidio secondo la Convenzione sul Genocidio in relazione alla responsabilità dello Stato di Israele sia per il mancato impedimento del genocidio, sia per aver commesso genocidio contro i palestinesi a Gaza dall’ottobre 2023, sia per il mancato perseguimento del genocidio”.
Gli atti giudicati genocidari contro i palestinesi, si legge nel rapporto, sono i seguenti: uccisione di membri del gruppo; causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo; infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita calcolate per provocarne la distruzione fisica in tutto o in parte; e imporre misure intese a prevenire le nascite all’interno del gruppo.
La Commissione dichiara inoltre a chiare lettere che la sua analisi è limitata ai palestinesi specificamente a Gaza nel periodo successivo al 7 ottobre 2023, ma che “solleva comunque la seria preoccupazione che l’intento specifico di distruggere i palestinesi nel loro insieme si sia esteso al resto del territorio palestinese occupato, cioè la Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, sulla base delle azioni delle autorità israeliane e delle forze di sicurezza israeliane in quei luoghi, e al periodo precedente il 7 ottobre 2023”. Nel rapporto, inoltre, si punta il dito contro “decenni di occupazione illegale e repressione sotto un’ideologia che richiede la rimozione della popolazione palestinese dalle loro terre e la sua sostituzione”.

250 mila palestinesi hanno lasciato Gaza city
Telegiornale 13.09.2025, 20:00
Vertici israeliani sotto accusa
In merito all’incitamento al genocidio, la commissione sostiene che “il presidente israeliano Isaac Herzog, il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’allora ministro della Difesa Yoav Gallant hanno incitato alla commissione di genocidio e che le autorità israeliane non hanno preso provvedimenti contro di loro per punire questo incitamento”. Alcune dichiarazioni delle autorità israeliane “sono prove dirette dell’intento genocida”, dichiara la commissione.
Israele: “Rapporto scandaloso”
Israele ha per parte sua respinto il rapporto, definendolo “scandaloso”, secondo quanto affermato martedì l’ambasciatore israeliano all’ONU a Ginevra Daniel Meron. “Hamas non esiste” per gli investigatori, ha sottolineato davanti alla stampa, denunciando la “narrativa genocida” da parte di tre investigatori “notoriamente” antisemiti, secondo lui. I fatti sono strumentalizzati e le fonti sono scientemente scelte (per parlare di genocidio, ndr.) ha dichiarato. I tre membri della Commissione hanno annunciato a luglio le loro dimissioni. “È l’opportunità di porre fine a questo mandato” che Israele considera “di parte”, secondo Meron. Afferma che lo Stato ebraico “rimane impegnato nel diritto internazionale” e facilita l’ingresso dell’assistenza umanitaria, contrariamente a quanto dice l’ONU. L’ambasciatore aggiunge che l’obiettivo attuale, al di là delle discussioni diplomatiche, è di proseguire l’operazione per “eliminare” i leader di Hamas e far liberare gli ostaggi trattenuti dal gruppo radicale nel territorio palestinese.
“Inchiesta ONU falsa”
“Tre individui che agiscono come rappresentanti di Hamas, noti per le loro posizioni apertamente antisemite - e le cui orribili dichiarazioni sugli ebrei sono state condannate in tutto il mondo - hanno pubblicato oggi un altro falso ‘rapporto’ su Gaza”. Lo scrive su X il ministero degli esteri israeliano dopo la pubblicazione del rapporto e puntando il dito contro i membri della commissione: Navanethem Pillay (Sudafrica), Miloon Kothari (India) e Chris Sidoti (Australia).
Il rapporto “si basa interamente su falsità di Hamas, riciclate e ripetute. Queste invenzioni sono già state ampiamente smentite - sostiene il ministero -. Israele respinge categoricamente questo rapporto distorto e falso e chiede l’immediata abolizione di questa Commissione d’inchiesta”.
Le raccomandazioni per fermare il “genocidio”
Questa commissione, come si può ancora leggere nel rapporto finale, ha formulato diverse raccomandazioni in merito alla situazione a Gaza, rivolte principalmente al governo di Israele, agli Stati membri dell’ONU e al Procuratore della Corte Penale Internazionale. Queste le principali:
Per il governo di Israele:
Cessare immediatamente il genocidio a Gaza e rispettare le misure provvisorie della Corte Internazionale di Giustizia.
Attuare un cessate il fuoco permanente e completo.
Consentire l’accesso illimitato agli aiuti umanitari e al personale ONU.
Porre fine a un modo di agire che affama la popolazione e terminare la distribuzione di cibo attraverso la Gaza Humanitarian Foundation (fondazione controversa e molto criticata da più parti, ndr.)
Permettere l’evacuazione medica dei palestinesi.
Indagare e punire gli atti di genocidio e l’incitamento al genocidio.
Per gli Stati membri dell’ONU:
Utilizzare tutti i mezzi ragionevoli per prevenire il genocidio a Gaza.
Interrompere il trasferimento di armi e attrezzature o materiale a Israele se sospettate di essere usate in operazioni militari che comportano genocidio.
Assicurarsi che individui e aziende nei loro territori non siano coinvolti nel genocidio.
Facilitare le indagini e i procedimenti giudiziari contro Israele e i responsabili.
Cooperare con le indagini della Corte Penale Internazionale.
Per il Procuratore della Corte Penale Internazionale:
Esaminare il crimine di genocidio nell’ambito dell’indagine in corso sulla situazione in Palestina.
Valutare il coinvolgimento dei funzionari menzionati nel rapporto per eventuali mandati d’arresto.
Cos’è la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi occupati
La Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi occupati è una missione di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite per indagare su possibili crimini di guerra e altri abusi commessi in Israele e nei territori palestinesi occupati, istituita in seguito alla crisi israelo-palestinese del 2021 dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
L'inferno di Gaza
Falò 15.04.2025, 20:45