Il clima in medioriente è sempre più teso. Dall’attacco del 7 ottobre 2023 di Hamas, ci sono stati continui attacchi e controattacchi tra Israele da un lato e Iran, Libano e Yemen dall’altro, ma lo Stato ebraico ha anche colpito - oltre ai territori palestinesi - anche in Siria ed in Qatar. Azioni che hanno scatenato la rabbia dei paesi in Medio Oriente, già infuriati per la situazione a Gaza.
Oggi sono dunque giunti a Doha i leader dei Paesi arabi e islamici per discutere della situazione e decidere eventuali misure, tra cui azioni economiche e restrizioni dello spazio aereo e dell’accesso.
E tese sono anche le relazioni tra Israele e Stati Uniti, soprattutto in seguito all’attacco israeliano contro il Qatar la settimana scorsa. Questa mattina il segretario di Stato statunitense Marco Rubio e il premier israeliano Benjamin Netanyahu si sono incontrati a Gerusalemme. Gli Stati Uniti hanno ribadito il loro sostegno ad Israele, nonostante l’attacco, ma ieri sera Donald Trump ha anche messo in guardia il Governo israeliano.
“Il mio messaggio - ha detto Trump, interrogato dai media mentre si trovava al Morristown Airport in New Jersey - è questo: devono stare molto, molto attenti. Devono fare qualcosa contro Hamas, ma il Qatar è stato un grande alleato degli Stati Uniti. Molte persone non lo sanno. L’ho già detto all’Emiro, una persona fantastica, gli ho detto: “Dovete migliorare le pubbliche relazioni perché non le avete davvero”. Voglio dire, la gente ne parla sempre male, ma non dovrebbe. Il Qatar è un grande alleato. Quindi Israele deve stare attento quando attacca la gente, molto attento”.
Sul tavolo di Rubio e Netanyahu non c’è però solo l’attacco contro Doha, ma anche l’offensiva in corso a Gaza. Secondo la stampa israeliana, la notte scorsa circa 20’000 palestinesi sono fuggiti da Gaza City, mentre continuano i massicci attacchi contro la città. Secondo alcuni giornalisti presenti, nella notte l’esercito avrebbe colpito diversi stabili.