Analisi

Il prossimo Papa verrà dall’Asia?

A colloquio con l’esperto Michel Chambon, sulla probabilità che la Chiesa cattolica guardi ad est per il successore di Bergoglio

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Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle ha ricevuto molta attenzione negli ultimi mesi

  • Keystone
Di: Loretta Dalpozzo (da Singapore) 

Sebbene nessuno possa prevedere l’esito del conclave papale, le tendenze e le priorità che plasmano la Chiesa oggi, offrono indizi sul tipo di leader che potrebbe emergere. Una possibilità spesso discussa è l’elezione di un Papa proveniente dall’Asia, un continente ricco di diversità culturale e sede di comunità cattoliche in crescita.

L’etnia o l’origine non sono il fattore chiave: altri criteri, come la leadership, la visione e l’esperienza, sono importanti” spiega tuttavia alla RSI Michel Chambon, antropologo ed esperto di cattolicesimo in Asia presso l’Università nazionale di Singapore.

Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle ha ricevuto molta attenzione negli ultimi mesi, tuttavia, il suo curriculum ha delle ombre. Sebbene ricopra un importante incarico in Vaticano come Prefetto per l’Evangelizzazione, i critici sottolineano i fallimenti della sua leadership in passato. Durante il suo mandato alla guida di Caritas Internationalis, l’organizzazione ha dovuto affrontare problemi interni così gravi da rendere necessario l’intervento del Vaticano. È inoltre criticato per la sua apparente inazione negli scandali di abusi sessuali, che coinvolgono i missionari sotto la sua giurisdizione.

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Michel Chambon, antropologo ed esperto di cattolicesimo in Asia presso l’Università nazionale di Singapore

  • Loretta Dalpozzo per RSI

Ma l’Asia offre più di un nome. “Attualmente ci sono più di due dozzine di cardinali asiatici, molti dei quali non sono elettori ma sono comunque influenti. Personaggi come il cardinale Stephen Chow di Hong Kong e il cardinale Filipe Neri Ferrão di Goa hanno dimostrato profondità teologica, consapevolezza geopolitica e capacità di leadership”, continua Chambon.

L’Asia è spesso considerata il futuro della Chiesa cattolica, ma come sarà questo futuro è tutt’altro che semplice. “Prendiamo ad esempio le Filippine; essendo una delle nazioni più cattoliche al mondo, è spesso considerata una roccaforte della fede. Ma il quadro è complesso. Il cattolicesimo filippino è vivace e colorato, ma anche conservatore sotto molti aspetti”, osserva Chambon. “Ad esempio, è l’unico Paese, oltre al Vaticano, in cui il divorzio non è legale. Allo stesso tempo, esiste una consolidata accettazione culturale delle persone transgender, che precede i recenti dibattiti globali.”

Il cattolicesimo in Asia non può essere descritto con un solo pennello. Dal pluralismo religioso dell’Indonesia alla rapida crescita della Chiesa in Corea, fino al ruolo storico della Chiesa nell’indipendenza di Timor Est, le sfide e i contributi delle comunità cattoliche asiatiche sono diversificati quanto il continente stesso.

Serve qualcuno che comprenda la missione della Chiesa nel mondo 

prof. Michel Chambon, antropologo ed esperto di cattolicesimo in Asia

In Indonesia, un paese a maggioranza musulmana con sacche di maggioranza cattolica, la sfida risiede nel costruire coesione sociale. In Corea del Sud, dove oltre il 10% della popolazione è cattolica, la Chiesa si confronta con il suo ruolo sociale. A Timor Est dove la Chiesa ha contribuito a garantire l’indipendenza, ora si trova ad affrontare il compito di continuare a ricoprire un ruolo rilevante nonostante la sua nuova influenza”

Uno dei fronti più delicati e strategici per il Vaticano è il rapporto con la Cina. Papa Francesco ha compiuto notevoli sforzi per costruire legami con Pechino e la sua elezione è stata in parte sostenuta dai cardinali asiatici. Ma questi sforzi si sono scontrati con ostacoli, come ricorda il professore Michel Chambon: “Nel 2018, il Vaticano ha raggiunto un accordo storico con la Cina, consentendo al papa di avere voce in capitolo nella nomina dei vescovi: una concessione importante da parte di un governo noto per la sua capacità di tutelare la propria sovranità. Tuttavia, i progressi sono stati discontinui”.

Di recente, Pechino ha scelto di non inviare una delegazione al funerale di Papa Francesco. “È stato un colpo simbolico. In via non ufficiale, abbiamo sentito che la Cina si è opposta alla presenza di una delegazione taiwanese e si è tenuta lontana per protesta.”

È improbabile però che il Vaticano abbandoni la sua strategia di impegno a lungo termine. “I rapporti con la Cina e gli Stati Uniti sono essenziali per la missione della Santa Sede nel mondo”, afferma l’esperto dell’università di Singapore “Non si tratta di scegliere da che parte stare, ma di mantenere la sovranità e contribuire alla pace e allo sviluppo globali“.

L’Asia offre un modello di come la Chiesa possa prosperare come minoranza in un mondo pluralistico. C’è curiosità e speranza tra i cattolici asiatici: “Il prossimo papa non ha bisogno di essere asiatico per comprendere l’Asia o per collaborare con essa” conclude Chambon. “Serve qualcuno che comprenda la missione della Chiesa nel mondo globale e pluralista di oggi.”

Legato al Radiogiornale delle 12.30 del 05.05.2025

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