Mondo

Attacco ai siti nucleari iraniani, “il rischio radiologico è basso”

Lo spiega la professoressa Manera dell’ETH: “Colpiti impianti di arricchimento con sostanze perlopiù chimiche, che pongono piuttosto un problema di tossicità”

  • Oggi, 10:21
  • Oggi, 10:26
01:31

RG 08.00 del 23.06.2025 - Il servizio di Aron Guidotti 

RSI Info 23.06.2025, 08:18

  • Keystone
Di: Radiogiornale/Aron Guidotti/ludoC 

Il rischio radiologico derivante dai bombardamenti statunitensi sui siti nucleari iraniani “in realtà è molto limitato”. Lo sostiene Annalisa Manera, professoressa al Politecnico federale di Zurigo esperta di questioni nucleari, interpellata a proposito dal nostro Radiogiornale. Il motivo, spiega, è che “questo non è un impianto nucleare ma è un impianto di arricchimento dell’uranio: per cui le uniche sostanze che ci sono, sono più che altre sostanze chimiche con uranio 238 e 235 che in realtà pongono più un problema piuttosto di tossicità chimica che non radiologica”.

Nei siti iraniani dove si procedeva all’arricchimento, continua l’esperta, “non vengono fatte delle fusioni nucleari per cui non si producono scorie radioattive o altre sostanze radioattive. L’unica sostanza che c’è l’uranio che però è un emettitore alfa. Quindi le particelle alfa (che possono essere emesse durante il decadimento radioattivo, ndr.) sono delle particelle che vengono bloccate addirittura da un foglio di carta; quindi, non possono penetrare attraverso la pelle”.

Queste particelle, prosegue la professoressa ai microfoni della RSI, “pongono un problema di tipo radiologico solo se inalate o ingerite. E comunque siccome questi sono delle installazioni sotterranee, l’effetto di dispersione anche molto molto limitato”.

666057725_highres.jpg

Un'immagine satellitare messa a disposizione da Maxar Technologies mostra una vista ravvicinata dei crateri e della cenere su una cresta dell'impianto sotterraneo di arricchimento dell'uranio di Fordow, dopo gli attacchi aerei degli Stati Uniti

  • Keystone

Quando si pensa al nucleare, si pensa all’incidente nucleare di Chernobyl: alla nube radioattiva. In questo caso siamo quindi molto distanti da questo tipo di situazione? “Sì, assolutamente – risponde la professoressa Manera del Politecnico di Zurigo - perché in questo caso appunto, c’è solo uranio e sostanze chimiche e l’uranio di per sé ha una radioattività molto bassa perché per lo più appunto è radioattività alfa che non è pericolosa, a meno che non venga ingerita o inalata. Nel caso di Chernobyl si trattava di un impianto nucleare dove l’uranio era fissionato e quindi si avevano tutti i prodotti di fissione, alcuni dei quali sono altamente radioattivi. Quindi è tutta un’altra storia”.

La cronaca degli attacchi e delle conseguenze:

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare