L’Alto Commissario ONU per i diritti umani Volker Türk ha denunciato venerdì “i crimini più gravi” che continuano ad essere perpetrati nella città sudanese di El-Fscher, controllata da settimane dai paramilitari. Secondo Türk, queste atrocità “erano prevedibili ed evitabili”.
In una sessione speciale del Consiglio dei diritti umani a Ginevra, Türk ha affermato che l’assedio delle Forze di supporto rapido (RSF) “strangolava” la popolazione ancor prima dei recenti massacri. Ha citato esecuzioni di massa di civili, violenze etniche, abusi sessuali, rapimenti e attacchi alle infrastrutture.
“È un modello che abbiamo documentato più e più volte in questo conflitto” da oltre due anni, ha deplorato Türk, criticando la mancanza di impegno degli Stati per affrontare la situazione. L’Alto Commissario chiede ai paesi influenti di garantire la protezione della popolazione a El-Fasher e nella regione, nonché l’invio di aiuti umanitari. Chiede inoltre che i responsabili siano perseguiti e che l’embargo sulle armi sia applicato.

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La Corte penale internazionale sta seguendo da vicino la situazione e ritiene che possano essere stati commessi crimini contro l’umanità. Una risoluzione nel frattempo in discussione al Consiglio dei diritti umani prevede una “ferma condanna” dell’aumento delle violenze e delle indicazioni di atrocità perpetrate dalle RSF a El-Fasher. Chiede inoltre un’indagine urgente sulle recenti violazioni nella regione da parte di tutte le parti in conflitto. Il progetto di risoluzione chiede inoltre a tutti gli attori esterni di non fornire armi alle parti in conflitto. Gli Emirati Arabi Uniti sono regolarmente accusati di rifornire le FSR in violazione dell’embargo deciso dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Accuse che essi respingono. Giovedì, l’ambasciatore emiratino ha per parte sua dichiarato ai corrispondenti accreditati presso l’ONU a Ginevra che né l’esercito né i paramilitari “devono controllare il futuro del Sudan, né avere un ruolo”. Gli Emirati auspicano il passaggio a autorità civili e che la sessione speciale metta “la protezione dei civili” e l’accesso umanitario al centro delle discussioni. È necessario uscire dal conflitto, aggiunge anche l’ambasciatore.
Dall’inizio della guerra, decine di migliaia di persone sono state uccise. Il conflitto ha causato quasi 13 milioni di sfollati, di cui 4 milioni di rifugiati. Secondo le stime, oltre 21 milioni di persone affrontano una grave insicurezza alimentare e più di 206’000 sono in condizioni di carestia.
La sessione speciale del Consiglio dei diritti umani, sostenuta da 23 membri tra cui la Svizzera, mira a mettere al centro delle discussioni la protezione dei civili e l’accesso umanitario.
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