In Medio Oriente proseguono le ostilità tra Israele e Iran, che sono nel frattempo giunte al sesto giorno. E gli attacchi reciproci proseguono. Uno degli obiettivi israeliani è di distruggere le capacità nucleari iraniane. Ma l’Iran era davvero vicino a ottenere la bomba atomica? E Israele non ha forse un analogo programma nucleare?
L’inviato RSI Emiliano Bos ne ha parlato a Tel Aviv con lo storico Avner Cohen, che oltre vent’anni fa in un libro per primo rivelò al mondo l’esistenza del programma nucleare israeliano, di cui tuttora si conosce poco.

L'opinione dello storico
Telegiornale 18.06.2025, 20:00
Tracciamo un primo bilancio dell’attacco di Israele. Quanto è stato davvero indebolito il programma nucleare iraniano?
“È molto difficile fornire dettagli, di cui forse al momento non dispongono nemmeno i servizi segreti. Emerge in modo molto chiaro però che in cinque giorni Israele ha assunto il pieno controllo dei cieli iraniani, ha informazioni di intelligence sul terreno in termini di obiettivi specifici, strutture, persone, laboratori... al di là dei dettagli, è comunque una vittoria di Israele, qualcosa di sbalorditivo”.
Lo storico Avner Cohen intervistato dalla RSI a Tel Aviv
Per giustificare questo attacco, Israele ha accusato l’Iran di essere vicinissimo alla realizzazione di ordigni nucleari. È cosi davvero?
“È una questione complessa e ci potrebbero essere opinioni diverse. Stando a elementi di dominio pubblico, io sono arrivato alla conclusione che qualcosa è avvenuto in Iran negli ultimi tempi, in particolare nell’ultimo anno, il 2024. Gli scienziati iraniani hanno accorciato le distanze verso un ordigno nucleare. Avrebbe potuto essere a mesi di distanza. Invece in quest’ultimo periodo si è passati a settimane o potenzialmente persino a ‘giorni’. C’è stato un progresso”.
Professore, secondo lei l’Iran poneva davvero una minaccia esistenziale a Israele, come sempre affermato da Netanyahu?
“Non credo che Israele sia o sia mai stato esposto a una minaccia esistenziale: questa è una manipolazione dei timori degli israeliani, degli ebrei. Netanyahu è molto bravo in questo: la sua specialità è la manipolazione delle paure”.
C’è da aspettarsi che cercherà di capitalizzare questo successo militare in chiave politica?
“Non c’è alcun dubbio che per Netanyahu sia stata un’incredibile ancora di salvezza: il suo successo è stato notevole ed è incontestabile. Purtroppo è stato possibile grazie all’aeronautica israeliana, al Mossad. Molti piloti in pensione erano contro Netanyahu per la guerra a Gaza, la gestione degli ostaggi e la riforma giudiziaria da lui voluta. C’è una certa ironia: proprio le persone che lo disprezzano e che lo vorrebbero lontano dal potere sono quelle a dargli questa sorta di vittoria”.
Tutta l’attenzione è sul programma nucleare iraniano. Ma anche Israele ne ha uno: lei lo ha rivelato al mondo nel suo libro “Israele e la bomba” del 1998. Ora tutti sanno ma nessuno comunque ne parla...
“Israele ha scelto un modo molto unico di avere una capacità di armi nucleari, molto diversa da tutti gli altri nove paesi dotati dell’atomica, dal primo – gli Stati Uniti – all’ultimo, la Corea del Nord. Israele ha la capacità nucleare, ma mantiene un profilo molto basso in quello che dice e lo gestisce in modo molto diverso. L’esercito israeliano non possiede testate nucleari”.
C’è molta opacità però si sa che Israele possiede tra 90 e 200 testate atomiche...
“Non mi addentrerei nelle stime, le mie non sono migliori dalle altre ma lei ha ragione sulle stime. La cosa importante da dire è che Israele - per quanto ne sappia io - ha mantenuto una sorta di separazione tra le strutture militari e nucleari. Ha creato un suo modo, con una capacità nucleare molto diversa da qualsiasi altro paese E mi fermo qui”.
In diretta da Tel Aviv
Telegiornale 18.06.2025, 20:00