La Chiesa riformata svizzera vuole vederci chiaro sui casi di abusi sessuali al suo interno. Per fare questo è stato commissionato uno studio scientifico i cui risultati sono attesi per la fine del 2027. Lo studio è stato approvato dal sinodo lunedì, il suo organo più alto, riunito proprio lunedì e martedì a Berna allo scopo di far luce sul fenomeno al suo interno, con uno studio di tipo qualitativo.
“Qualitativo, ha riferito Rita Famos – presidente della Chiesa evangelica riformata Svizzera-vuol dire che analizzeremo da vicino i singoli casi segnalati per capire cosa sia successo esattamente. Non si tratta di uno studio ampio in cui esamineremo tutti gli atti e i documenti cercando di portare a galla i casi sommersi”.
Nel 2024, sull’onda dei casi di abuso rilevati nella Chiesa cattolica, anche quella riformata si è decisa a vederci più chiaro al proprio interno. Soprattutto dopo che una ricerca tedesca aveva messo in evidenza la presenza preoccupante del fenomeno nelle chiese protestanti della Germania. Ora lo studio che sta per partire in Svizzera viene accolto positivamente dalle associazioni delle vittime.
“Non sono i numeri ad essere importanti, precisa Hannah Götte dell’Associazione vittime abusi nelle chiese, poiché non si riesce comunque a portarli tutti alla luce. Spero invece che questo studio possa evidenziare il modo di agire degli autori degli abusi, come lo diventano. Se ci si riesce si potrà intervenire meglio all’interno della chiesa con misure di prevenzione.” Lo scopo della ricerca è infatti anche quello di agire meglio, prima che si arrivi agli abusi.
Rita Famos ha concluso dicendo che già vi sono misure di protezione che lo studio permetterà di migliorare. “Stiamo raccogliendo le cifre relative agli abusi, chiarisce, e ora vogliamo introdurre - in collaborazione con gli enti di aiuto alle vittime - un unico ente nazionale al quale le persone possono rivolgersi”.










