Reportage

Lo shutdown ferma gli aiuti, non la solidarietà

Negli Stati Uniti 42 milioni di persone restano senza sostegno alimentare federale. Dalla California arrivano le prime risposte dal basso: cittadini, scuole e imprese locali si organizzano per aiutare chi è in difficoltà

  • Ieri, 18:25
03:25

L’America solidale durante lo shutdown

RSI Info 03.11.2025, 17:44

  • Keystone
Di: Radiogiornale/Cristiano Valli/gfont 

Negli Stati Uniti da alcuni giorni 42 milioni di cittadini hanno perso il diritto agli aiuti federali per il cibo di prima necessità. È una delle conseguenze più pesanti dello shutdown, la paralisi dell’amministrazione federale dopo il mancato accordo sul budget 2026. I repubblicani al governo non sono riusciti a trovare un consenso e ora sono i singoli Stati e le contee a tentare di porre rimedio. Ma le risposte più immediate arrivano dal basso: comunità locali, piccole imprese e cittadini che provano a colmare un vuoto lasciato dalla politica.

A Pasadena, alle porte di Los Angeles, le piccole librerie del “book sharing” si sono trasformate in dispense solidali. Michael, un residente, ha messo un frigorifero davanti a casa e lo riempie con scatolame, biscotti, frutta e verdura. “Le prime vittime sono i bambini e i senzatetto. Qui chi può aiuta”, racconta ai microfoni del Radiogiornale. Davanti a casa sua, una fila discreta di persone aspetta di prendere qualcosa. “È una situazione comune in tutto il Paese” spiega evidenziando quanto collaborative siano le comunità.

Anche a San Diego la solidarietà prende forma. Marco e Giona, proprietari di una piccola tavola calda, hanno deciso di offrire un piatto presente nel loro menù, il breakfast sandwich normalmente venduto a 3,40 dollari. “Finché dura lo shutdown lo distribuiremo gratis”, spiegano. Non è richiesta alcuna interazione: “Si entra, lo si prende e si va via”.

A Anaheim, invece, la vicepreside Krista ha allestito un piccolo mercato nell’atrio della scuola. “Il nostro mestiere è insegnare, ma se un bambino non sta bene non imparerà nulla”, dice. “Nessuna domanda, nessun giudizio. Le persone sono orgogliose e noi vogliamo solo dare una mano.”

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