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Macron ha davanti a sé solo tre opzioni, tutte rischiose

Entro mercoledì il presidente francese deve scegliere: nuovo premier o nuove elezioni? Ma potrebbe anche uscire di scena lui stesso

  • 2 ore fa
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La scommessa di Macron, sul fondo Lecornu.jpg
Di: ATS/AFP/Spi 

Nominare un nuovo primo ministro con il rischio di vederlo cadere, sciogliere l’Assemblea per la seconda volta o semplicemente andarsene? Appeso ai “negoziati finali” condotti dal primo ministro dimissionario Sébastien Lecornu, da qui a mercoledì, il presidente francese Emmanuel Macron ha a disposizione solo opzioni rischiose, secondo l’analisi dell’Agence France-Presse (AFP).

Dopo i leader del governo di destra Michel Barnier, François Bayrou e Sébastien Lecornu, Emmanuel Macron potrebbe decidere di nominare un nuovo primo ministro.

Prima ipotesi, la missione di Lecornu riesce

Prima ipotesi: se Lecornu riuscirà a definire i contorni di una “piattaforma d’azione e di stabilità per il Paese”, la missione che il capo di Stato gli ha assegnato, quest’ultimo potrebbe poi riconfermarlo a Matignon, a meno che non scelga un’altra personalità per attuarla.

Come accade dalle elezioni parlamentari successive allo scioglimento dell’estate 2024, la sinistra ha rivendicato il posto e il Partito socialista (PS) ha lanciato lunedì un nuovo appello.

La “coabitazione” con la sinistra è “l’ultima via d’uscita che ha Emmanuel Macron”, ha concordato lunedì la responsabile degli Ecologisti, Marine Tondelier.

Ma ognuno di questi scenari non esclude il rischio di una rapida censura della futura squadra di governo, tanto più che lunedì l’estrema destra ha alzato la voce affermando che avrebbe censurato “sistematicamente” qualsiasi governo fino al suo scioglimento.

Scioglimento: “inevitabile” o rischioso?

Il presidente “si assumerà le sue responsabilità”, secondo il suo entourage, se Lecornu non riuscirà a ricomporre una coalizione a pezzi. Con questa formula, la minaccia di uno scioglimento dell’Assemblea nazionale si profila più grande che mai, dopo quello del giugno 2024.

“Siamo alla fine della strada, dobbiamo fermarci. Ministri di destra, ministri di sinistra, dobbiamo fermarci, e saranno i francesi a decidere”, ha dichiarato la leader dell’estrema destra Marine Le Pen, per la quale lo scioglimento è “assolutamente inevitabile”.

Le richieste di elezioni parlamentari anticipate sono in aumento, non solo da parte dell’estrema destra, ma anche da una parte della destra.

Tuttavia, l’azzardo sembra estremamente rischioso per Macron, che ha già fatto perdere al suo campo quasi cento deputati nel 2024. Questa volta potrebbe essere “un massacro”, teme un ex ministro del campo presidenziale.

Dimissioni... o impeachment?

L’ultima opzione, la più spettacolare, è l’uscita di scena di Macron, sempre più bersaglio diretto dell’opposizione.

La Le Pen ha dichiarato di non dover “invitare” il presidente francese a dimettersi, ma di ritenere che sarebbe una decisione “saggia”.

Anche a destra si sono sentiti alcuni appelli alle dimissioni. “Gli interessi della Francia richiedono che Emmanuel Macron presenti le sue dimissioni”, ha scritto il vicepresidente del partito Les Républicains (LR), David Lisnard, su X.

La France insoumise (LFI) chiede ripetutamente questa opzione. “Tutto ciò che rimane oggi è la partenza del presidente della Repubblica, sia per dimissioni che per impeachment”, ha dichiarato lunedì il coordinatore del movimento di sinistra radicale, Manuel Bompard.

All’inizio di settembre, gli “insoumis” hanno presentato una mozione di impeachment nei confronti di Macron, la cui ammissibilità sarà esaminata mercoledì dall’Ufficio di presidenza dell’Assemblea, il suo massimo organo esecutivo. Ma la complessa procedura sembra destinata a fallire in questa fase.

02:09

Nuova crisi di governo in Francia

Telegiornale 06.10.2025, 20:00

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