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Francia, il nuovo Governo è già appeso a un filo

Sébastien Lecornu ha presentato domenica una compagine fondata sulla continuità, ma i malumori sono anche interni e non solo dell’opposizione

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RG 07.00 del 06.10.2025 La corrispondenza di Annalisa Cappellini

RSI Info 06.10.2025, 08:16

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Di: AFP/pon 

Il primo consiglio dei ministri è fissato per oggi, lunedì, alle 16, ma appena presentato il nuovo Governo francese pare già sul punto di implodere. A fare notizia non sono solo i prevedibili malcontenti dell’opposizione, che non vede nessun segno di cambiamento nei primi 18 nomi della compagine annunciata domenica dal premier Sébastien Lecornu, ma anche i malumori interni.

I Républicains di Bruno Retailleau hanno convocato per le 11 i propri Stati generali, insoddisfatti dei quattro soli portafogli affidati loro a fronte dei 10 dei macronisti di Renaissance. Il partito gollista, in seno al quale le opinioni sulla partecipazione all’Esecutivo divergono, potrebbe sbattere la porta ancora prima che Lecornu si presenti martedì all’Assemblea nazionale.

E se queste sono le voci di chi è chiamato a far parte del Governo, si possono immaginare i toni di chi invece resta ai margini. Le ultime legislative anticipate - lo ricordiamo - avevano visto prevalere gli estremi, ma per la terza volta in un anno si torna alla carica con un Esecutivo di centrodestra a cui si chiede un programma di risanamento finanziario che non ha i numeri (parlamentari) per portare avanti. Dopo Barnier e Bayrou, tocca a Lecornu, ma anche il suo destino pare già segnato. “Riciclaggio”, “provocazione”, “democrazia negata”, sono solo alcuni dei commenti di esponenti dell’opposizione.

Dei 18 nomi già annunciati (altri seguiranno), 12 facevano già parte del Governo precedente, come Noël Barrot agli Esteri e Gérald Darmanin alla Giustizia. Fa discutere soprattutto il ritorno di Bruno Le Maire alla Difesa: a capo delle finanze e dell’economia dal 2017 al 2024, per la leader del Rassemblement National Marine Le Pen “è l’uomo che ha fatto fallire la Francia”. Sono negative anche le reazioni di La France Insoumise e dei socialisti, indispensabile stampella per qualsiasi velleità di far passare un budget: “A che gioco giocano i macronisti? La loro ostinazione fa precipitare il Paese nel caos, ogni giorno di più”, ha commentato Boris Vallaud.

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