GUERRA IN MEDIO ORIENTE

Ramallah: riservista investe uomo in preghiera

L’esercito apre un’inchiesta, l’uomo ai domiciliari - Raid di coloni a Hebron, ferita una bambina - I racconti di violenze subite dagli ostaggi a Gaza indignano Israele

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Un riservista israeliano investe un palestinese mentre prega

Un riservista israeliano investe un palestinese mentre prega

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Di: MgR 

Un riservista militare israeliano ha investito con il suo veicolo, un quad, un palestinese che stava pregando sul ciglio della strada nella zona di Dayr Jarir, vicino a Ramallah in Cisgiordania. L’esercito, che ha avviato un’indagine, ha confiscato la sua arma e il soldato è stato sospeso “a causa della gravità dell’incidente”.

In un video si vede un uomo che sta pregando quando il soldato lo investe. Pochi istanti dopo la vittima si rialza in piedi. L’uomo è stato identificato più tardi come appartenente alla riserva dell’esercito. Secondo il quotidiano Times of Israel l’uomo è agli arresti domiciliari.

In Cisgiordania le violenze dei coloni contro la popolazione palestinese hanno raggiunto livelli e intensità senza precedenti, come documentato anche dal reportage dell’inviato RSI Emiliano Bos nel reportage diffuso dall’ultima edizione di Falò.

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20:00

Cisgiordania, la morsa dei coloni

Falò 23.12.2025, 20:50

  • RSI

Una richiesta a Israele di 14 paesi di sospendere i nuovi insediamenti do coloni - firmata tra gli altri da Francia, Regno Unito e Canada - è stata seccamente respinta al mittente dal capo della diplomazia israeliana secondo cui “non saranno paesi stranieri a decidere se gli ebrei possono vivere nella terra di Israele”.

Bambina di otto mesi ferita in in raid di coloni, cinque arresti

Le forze di sicurezza israeliane hanno annunciato l’arresto di cinque coloni per il loro presunto coinvolgimento in un attacco ad un’abitazione palestinese nella Cisgiordania occupata dove è rimasta ferita una bambina di otto mesi.

La bimba ha riportato “ferite moderate al viso e alla testa” nel raid avvenuto ieri sera, secondo la Wafa, l’agenzia di stampa ufficiale palestinese, che ha attribuito la responsabilità ad “un gruppo di coloni armati”, accusandoli di “aver lanciato pietre contro case e proprietà” nella città di Sair, a nord di Hebron.

Ex ostaggio racconta violenze subite a Gaza

L’ex ostaggio israeliana Romi Gonen, 24 anni, ha raccontato ad un programma della televisione israeliana Channel 12 la sua straziante esperienza a Gaza, rivelando di avere subito aggressioni sessuali da parte da parte di quattro uomini durante il periodo in cui era nelle mani di Hamas.

La donna ha raccontato che la prima aggressione è avvenuta dopo quattro giorni dall’inizio della sua prigionia. L’aggressore era un medico incaricato di curare le ferite riportate durante l’attacco del 7 ottobre 2023, giorno in cui è stata deportata nella Striscia. La 24enne ha raccontato di aver subito quotidianamente violenze fino al suo rilascio, il 19 gennaio 2025, dopo 469 giorni in cattività.

Il presidente Isaac Herzog ha elogiato il coraggio della donna: “La sua testimonianza è straziante. Con voce tremante ma con supremo coraggio, Romi ha rivelato l’inferno che ha attraversato durante la prigionia di Hamas. Un inferno di violenza sessuale e un tentativo sistematico di calpestare l’anima”.

Raid israeliano in Libano, tre morti

Il Libano denuncia la morte di tre persone a seguito di attacchi israeliani su un veicolo nella città di Hawsh al-Sazzed Ali, nel nord del paese, vicino alla frontiera siriana. Un’altra persona è stata uccisa in un altro attacco a Majdal Selm, nel sud del Paese.

Israele ha confermato l’attacco, avvenuto nonostante un cessate il fuoco intervenuto nel novembre del 2024, dopo oltre un anno di ostilità tra i due paesi. L’esercito israeliano dice di avere preso di mira un “terrorista” appartenente ad un ramo dei Guardiani della rivoluzione iraniana. Hussein Mahmud Marchad al-Jawhari pianificava degli attacchi su Israele dalla Siria e dal Libano, afferma lo Stato ebraico.

Siria: ucciso leader dell’IS

Uno dei leader dello Stato Islamico è stato ucciso dalle forze siriane, in collaborazione con la coalizione internazionale anti-jihadista guidata dagli Stati Uniti. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno siriano dopo avere annunciato l’arresto di diversi altri membri dell’Is.

“Unità specializzate (...) hanno condotto un’operazione di sicurezza ad al-Buwayda, vicino a Damasco, in collaborazione con la direzione generale dell’intelligence e in coordinamento con le forze della coalizione internazionale”, ha precisato il ministero in una nota.

L’uomo ucciso si chiamava Mohammad Shahada, noto come Abu Omar Shaddad, ed era considerato uno dei principali leader dello stato islamico in Siria.

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