È una vera e propria messa al bando quella decisa da Re Carlo III nei confronti del fratello minore Andrea, terzogenito della defunta regina Elisabetta II, da tempo al centro di scandali che hanno minato la credibilità della monarchia britannica. Dopo anni di controversie legate ai suoi rapporti con il defunto finanziere e pedofilo americano Jeffrey Epstein, il sovrano ha ordinato l’avvio di un processo formale per la revoca definitiva di tutti i titoli reali di Andrea, incluso quello di “principe”.

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La decisione, annunciata da Buckingham Palace con un comunicato dai toni inequivocabili, rappresenta un punto di non ritorno per la dinastia Windsor. Andrea, già escluso da ogni incarico ufficiale e privato dei gradi militari nel 2022, sarà d’ora in poi conosciuto semplicemente come Andrew Mountbatten Windsor. Il suo contratto di locazione per la residenza di Royal Lodge, nel parco di Windsor, è stato formalmente revocato: dovrà lasciare la dimora condivisa con l’ex moglie Sarah Ferguson e trasferirsi in un alloggio privato nella tenuta reale di Sandringham, nel Norfolk.
Il meccanismo per la rimozione dei titoli passerà attraverso il vicepremier e Lord Cancelliere David Lammy, che dovrà formalizzare la decisione con un atto parlamentare. Si tratta di un passaggio senza precedenti nella storia recente della monarchia britannica, che segna la definitiva uscita di scena di un membro della famiglia reale un tempo considerato tra i più promettenti, anche per il suo ruolo nella guerra delle Falkland.
Il comunicato di Buckingham Palace sottolinea che “queste censure sono ritenute necessarie, nonostante egli continui a negare le accuse a suo carico”. Re Carlo e la regina Camilla hanno inoltre espresso la loro “massima solidarietà alle vittime e ai sopravvissuti di ogni forma di abuso”.
Queste censure sono ritenute necessarie, nonostante egli continui a negare le accuse a suo carico
Buckingham Palace
La decisione arriva in un momento di rinnovata pressione pubblica e istituzionale. Il gruppo anti-monarchico Republic, guidato da Graham Smith, ha annunciato proprio oggi un’iniziativa legale per portare Andrea in tribunale con accuse di abusi sessuali, corruzione e cattiva condotta in una carica pubblica. Il gruppo ha incaricato uno studio legale di valutare la possibilità di un’azione penale, mentre il Public Accounts Committee del Parlamento britannico ha chiesto chiarimenti sul mancato pagamento dell’affitto da parte di Andrea per oltre vent’anni, sollevando dubbi su un possibile danno erariale.
A rendere la posizione dell’ex principe ancora più insostenibile è stata la recente pubblicazione del libro postumo di Virginia Giuffre, intitolato Nobody’s Girl, in cui la donna – morta suicida lo scorso aprile – racconta in dettaglio gli abusi subiti da minorenne e i suoi incontri con Andrea, che avrebbe avuto rapporti sessuali con lei quando aveva 17 anni. Accuse che Andrea ha sempre negato, ma che nel 2022 lo portarono a un accordo extragiudiziale multimilionario per evitare un processo civile negli Stati Uniti.
Nel libro, Giuffre descrive Andrea come un uomo “convinto che fare sesso con me fosse un suo diritto di nascita”, e racconta di essere stata “premiata” con 15’000 sterline dopo un incontro con lui a Londra. Le rivelazioni contenute nel volume hanno riacceso l’indignazione pubblica e spinto la monarchia a prendere una posizione più netta.
Il principe Andrea sarà ora conosciuto con il nome di Andrew Mountbatten Windsor
Buckingham Palace
La revoca dei titoli non avrà conseguenze sulla posizione delle figlie di Andrea, le principesse Beatrice ed Eugenie, che manterranno i loro titoli di “Altezze Reali”. Tuttavia, per Andrew Mountbatten Windsor si apre ora una fase di isolamento e silenzio, lontano dai riflettori e dalla vita pubblica.
La fine simbolica di un’epoca
Questa decisione si inserisce nella strategia di Re Carlo III di riformare la monarchia, rendendola più sobria, trasparente e in linea con le aspettative della società contemporanea. Ma segna anche la fine simbolica di un’epoca e la caduta definitiva di un principe che, da eroe di guerra, è diventato il simbolo delle ombre che ancora gravano sulla Casa reale britannica.

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