Analisi

Ucraina, il costo della guerra

Da quando Mosca ha invaso il Paese, milioni di persone hanno lasciato le loro case e l’economia ha subito un durissimo colpo e fatica a ripartire a causa dei continui attacchi russi

  • Oggi, 09:59
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  • Keystone
Di: Stefano Grazioli 

Sono passati tre anni e mezzo dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, ordinata da Vladimir Putin il 24 febbraio del 2022. L’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca nel gennaio del 2025 ha segnato il cambiamento della strategia statunitense e avviato una nuova fase del conflitto, aprendo una finestra per le trattative tra Mosca e Kiev, mediate da Washington. Se in maggio sono iniziati i colloqui diretti tra delegazioni russe e ucraine in Turchia, i vertici di agosto fra Putin e Trump e tra quest’ultimo e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei hanno rilanciato la possibilità di negoziati concreti per la risoluzione della guerra nell’ex repubblica sovietica. Il percorso di pace è in ogni caso lungo e irto di ostacoli e nel frattempo i combattimenti proseguono, senza sosta, con le truppe del Cremlino che mantengono l’iniziativa lungo tutta la linea del fronte e proseguono la lenta avanzata soprattutto nel Donbass. I 42 mesi di conflitto hanno ridotto l’Ucraina ad essere un paese a sovranità limitata, con circa il 20% del proprio territorio controllato dalla Russia, e inciso profondamente sia sulla popolazione, presa di mira ovunque, non solo nelle regioni più vicine al fronte, sia sull’economia, tenuta in piedi grazie agli aiuti occidentali.

02:26

L'incontro Putin-Zelensky sempre più in forse

Telegiornale 22.08.2025, 20:00

Paese svuotato

Al di là delle cifre sulle perdite militari, celate dalla leadership a Kiev, che come quella a Mosca mantiene il silenzio sul numero delle vittime (secondo varie stime si aggirano comunque nell’ordine delle centinaia di migliaia) i morti civili, verificati dalle Nazioni unite al 31 luglio 2025 sono stati 13’883, cifra sicuramente in difetto, ma relativamente contenuta, soprattutto rispetto ad altri scenari; la guerra ha avuto però il suo effetto maggiore nell’ondata di profughi, interni ed esterni, che negli ultimi tre anni e mezzo hanno dovuto affrontare devastazioni e bombardamenti. Secondo l’ONU, sempre con dati riferiti alla fine di luglio di quest’anno, gli ucraini che hanno abbandonato il paese sono stati 5’675’680, la stragrande maggioranza dei quali ha trovato rifugio in stati dell’Unione europea (oltre un milione in Germania) e quasi 600mila in paesi extra europei.

A questi si devono aggiungere circa 1,2 milioni di ucraini passati in Russia sino al 2023, stando ai numeri dell’ONU, ma il numero ufficiale non è aggiornato e difettoso. In ogni caso l’Ucraina ha perso almeno un quinto della popolazione. I rifugiati interni, chi è passato cioè dalle zone di conflitto a quelle più sicure, lontano dalla linea del fronte, sono circa 3,7 milioni (alla fine del 2024). Secondo l’Unocha, l’Ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli aiuti umanitari, nel 2025 il 36% della popolazione ucraina (12,7 milioni) ha necessità di assistenza umanitaria. In tutto il paese, la guerra ha portato a una significativa riduzione del reddito, terreni agricoli inutilizzabili, prezzi alimentari che si sono impennati e un quadruplicamento del tasso di povertà.

01:49

Nuovi attacchi russi contro l'Ucraina

Telegiornale 21.08.2025, 12:30

Economia crollata

Se nel primo anno del conflitto il prodotto interno lordo ucraino è crollato di quasi il 30%, i rimbalzi successivi sono stati minimi e il quadro macroeconomico rimane in emergenza. Nella prima metà del 2025 vi sono indicatori che mostrano non solo un arresto della crescita, ma l’avvio una transizione verso una fase di declino: la produzione industriale è diminuita di oltre il 6% e il settore delle costruzioni del 13%. Le previsioni per il 2025 sono già state riviste in negativo e anche la Banca nazionale ha abbassato le aspettative di crescita del pil al 2,1% rispetto al precedente 3,1%. La ripresa economica continua a essere ostacolata dalla difficile situazione della sicurezza, da una carenza di lavoratori qualificati e da bombardamenti russi di infrastrutture energetiche. Uno dei fattori che grava sulla popolazione è l’inflazione, attestata a giugno 2025 sul 14%, in leggero calo, anche se sempre molto fluttuante a livello stagionale con i prezzi dei prodotti alimentari in ascesa: i maggiori aumenti mensili sono stati osservati nella frutta (+13,5%), nella carne (+3,3%) e nel pesce (+1,2%), mentre i prezzi delle verdure sono diminuiti dell’8,1%. Il livello di disoccupazione è stato a luglio di quest’anno pari all’11,2%.

Dipendenza dall’Occidente

L’Ucraina è in sostanza rimasta in piedi grazie al supporto occidentale, degli Stati Uniti, dell’Unione europea e dei paesi del G7, che in coordinamento con il Fondo monetario internazionale, che da decenni ha avviato programmi di cooperazione con Kiev, ha consentito il funzionamento dello Stato ed evitato il collasso economico. Stando alle cifre dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel, che attraverso l’Ukraine support tracker monitora il flusso di aiuti all’Ucraina, gli USA hanno versato a Kiev dall’inizio del conflitto 46,6 miliardi di dollari in aiuti finanziari e 3,42 in aiuti umanitari; l’Ue ha sorretto l’Ucraina con 60,5 miliardi in aiuti finanziari e 2,7 in aiuti umanitari.

Se il conflitto terminasse a breve il compito della ricostruzione sarebbe enorme e secondo il governo di Kiev sarebbero necessari almeno 750 miliardi di dollari per ritornare alla normalità. Per nulla chiaro è chi pagherà il conto, ma dipenderà appunto dall’esito della guerra che al momento l’Ucraina sta perdendo. Nella prima metà di quest’anno Bruxelles ha trasferito a Kiev 10,1 miliardi di euro di entrate da fondi congelati dalla banca centrale russa, si tratta però di una goccia nel mare, visto anche che l’Unione europea deve ancora versare 90 miliardi di quelli già promessi complessivamente. Considerando che gli Stati Uniti di Trump hanno congelato ogni tipo di sostegno dall’inizio di quest’anno, per l’Ucraina il quadro, soprattutto nel caso di un prolungamento della guerra e di un ulteriore smarcamento statunitense, si farà sempre più complicato.

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