Il Parlamento della Crimea, governata e abitata in maggioranza da russofoni, ha chiesto giovedì a Vladimir Putin di essere annessa alla Russia e ha indetto per il 16 marzo un referendum per ottenere l'avallo popolare sulla questione. Il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha dichiarato che Putin è stato informato della risoluzione adottata e della richiesta. La Crimea era stata annessa all'Ucraina nel 1954, su iniziativa di Nikita Krusciov.
A ulteriore testimonianza della politica del confronto scelta dalle autorità di Sinferopoli, il vicepremier della regione autonoma ha detto che le truppe ucraine nella penisola devono "arrendersi o andarsene", altrimenti saranno "considerate come occupanti".
Per bocca del ministro dell'economia, Pavol Cheremeta, e poi del premier Arseni Iatseniuk, Kiev si è affrettata a definire "illegittima" la convocazione del referendum. La giustizia ha inoltre chiesto l'arresto del premier e del presidente della Rada di Crimea, Sergei Aksionov e Vladimir Kostantivov, in base all'articolo del codice penale che punisce ogni azione volta a sovvertire l'ordine costituito.
Decine di arresti a Donetsk
La polizia ucraina ha ripreso intanto il controllo questa mattina della sede dell’amministrazione regionale a Donetsk, grande città a maggioranza russofona nell’est del paese. I manifestanti filorussi sono stati sloggiati e le forze dell’ordine hanno proceduto a decine di arresti.
L’edificio era già passato di mano due volte: a un primo blitz degli agenti aveva fatto seguito un nuovo assalto dei dimostranti, che avevano issato la bandiera russa al posto di quella ucraina e nominato un loro governatore in sostituzione di quello scelto da Kiev.
L’occupazione era iniziata lunedì. I circa cento attivisti che si erano asserragliati nel palazzo chiedevano che la regione del Donbass fosse integrata nella Federazione russa, distante poche decine di chilometri.
ATS/GTa/pon
Osservatori OSCE fermati al confine
I 40 osservatori dell'OSCE giunti su richiesta di Kiev per monitorare la situazione in Ucraina non sono riusciti a raggiungere la Crimea. Sono stati fermati a un checkpoint da uomini armati e in un uniforme, secondo quanto indicato da una fonte diplomatica occidentale e poi confermato dal ministro della difesa polacco. La missione è composta da militari disarmati provenienti da 21 paesi. Dovrebbe durare fino al 12 marzo.
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RG 18.30 - La corrispondenza da Kiev
RG 12.30 - La corrispondenza di Stefano Grazioli
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