Scienza e Tecnologia

IBM svela il futuro dell’intelligenza artificiale a Zurigo

Il colosso informatico presenta un chip IA ultraefficiente e apre le porte dei suoi laboratori di ricerca in Svizzera

  • Oggi, 09:41
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zurigo scritta storica IBM

L'insegna IBM di fronte ai laboratori di Zurigo, 1969

  • Courtesy of IBM Research – Zurich. Unauthorized use not permitted.
Di: Red. giardino di Albert / Simone Pengue 

Fino a pochi decenni fa, IBM, acronimo di International Business Machines Corporation, era un’azienda che non aveva bisogno di presentazioni. Il suo nome era sinonimo di computer. Tanto, che persino il nome dell’angosciante macchina del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, HAL, è stato derivato da “IBM” spostando ogni lettera indietro di una posizione nell’alfabeto (I diventa H, e via dicendo). Oggi, invece, il marchio IBM resta meno esposto al grande pubblico, ma continua a indicare innovazione e ricerca in ambito informatico e sfoggia un palmarès di ben sei premi Nobel. Con oltre tremila scienziati in tutto il mondo, è la più grande istituzione privata di ricerca del mondo. Uno dei suoi laboratori, il più antico dei cinque in Europa, è a Zurigo, sulle colline fuori dalla città affacciate sul lago. In una giornata dedicata ai media svizzeri, la IBM di Zurigo mostra in anteprima mondiale un nuovo chip dedicato all’intelligenza artificiale con consumi ridotti di oltre cento volte rispetto ai sistemi attuali. 

campus IBM Zurich

Il Campus IBM a Rüschlikon, vicino a Zurigo

  • Courtesy of IBM Research – Zurich. Unauthorized use not permitted.

L’intelligenza artificiale è un terreno di battaglia sempre più affollato e la richiesta di grossi centri di calcolo è sempre maggiore. IBM ha deciso che la sua prossima mossa era la progettazione di un chip che integrasse i modelli di intelligenza artificiale nell’unità di calcolo stessa. Il chip si chiama Hermes e, contrariamente ai sistemi diffusi attualmente, non ha bisogno di un sistema di memoria aggiuntivo sul quale scrivere quanto appreso dal modello di intelligenza artificiale. È un concetto complicato, ma si può pensare come uno studente che memorizza nel proprio cervello tutte le nozioni che ha imparato invece di dover continuamente perdere tempo ed energie per consultarle sui libri.  

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Il nuovo processore Hermes di IBM

  • Courtesy of IBM Research – Zurich. Unauthorized use not permitted.

La sfida, però, si combatte anche nelle applicazioni. IBM, come detto sopra, è poco presente sulle pagine dei giornali, ma è attivissima. Il suo obiettivo in ambito software non è sviluppare programmi rivolti agli utenti comuni per la vita di tutti i giorni, ma fornire ad altre aziende algoritmi creati ad hoc. Dalla sua esperienza a capo dell’Unità di ricerca europea di IBM, Alessandro Curioni spiega che nello sviluppo di un software di intelligenza artificiale «il modello viene addestrato per il 99% su dati disponibili a tutti, ma la differenziazione dalla concorrenza la fa l’1% dei dati che provengono dall’azienda stessa. Una percentuale che può essere intesa anche come cultura o etica aziendale».  

Ad esempio, IBM sta lavorando fianco a fianco con una azienda di cosmetici per riuscire ridurre l’impronta ambientale dei propri prodotti sostituendo gli ingredienti con equivalenti ecosostenibili. Per farlo, ha sviluppato un programma di intelligenza artificiale specializzato in chimica dei cosmetici e ha integrato i dati unici del cliente stesso. 

10:52

Nonne e intelligenza artificiale per ritrovare i nipoti rubati

La corrispondenza 26.06.2025, 07:05

  • Daniel Bilenko

IBM, assieme a Meta, i due Politecnici federali, il CERN e molte altre istituzioni svizzere ed europee ha fondato due anni fa la AI Alliance (alleanza dell’intelligenza artificiale), un consorzio internazionale di grossi attori che si batte per la trasparenza dell’intelligenza artificiale ad ogni livello. Infatti, affinché gli utenti possano fidarsi di questi strumenti, è necessario che sia chiaro come sono stati sviluppati e addestrati ed anche come vengono trattati i dati inseriti dagli utilizzatori. «I nostri programmi sono trasparenti perché sono i clienti stessi a chiedercelo», conferma Abdel Labbi, capo della ricerca in Data & AI Platforms ad IBM.

I sistemi IBM gestiscono il 70% delle transazioni commerciali e finanziarie mondiali. In altri termini, ogni volta che paghiamo con la carta di credito è un sistema di questa azienda, anche se non lo sappiamo, a processare il pagamento e assicurarsi che tutto vada a buon fine. 

Un altro settore molto importante della ricerca di IBM a Zurigo è la computazione quantistica, i potentissimi calcolatori del futuro che promettono da una parte di accelerare lo sviluppo scientifico e tecnologico, dall’altra di sovvertire gli attuali sistemi di sicurezza. In questo settore, diverse aziende dicono di aver raggiunto o essere vicine al “vantaggio quantistico”, ovvero uno sviluppo dei computer quantistici tale da essere impareggiabile da qualunque sistema tradizionale, almeno per alcune applicazioni. IBM, dal canto proprio, partecipa alla competizione e si dice sicura di raggiungere questo rivoluzionario obiettivo nel 2026. 

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La parte più interna del computer quantistico IBM (render)

  • Courtesy of IBM Research – Zurich. Unauthorized use not permitted.

«L’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico rappresentano davvero rivoluzioni paragonabili per potenza inventiva a quella dei transistor, che ha permesso la democratizzazione del computer. La loro importanza è simile all’avvento di Internet, che è stato una conseguenza dell’invenzione dei transistor. Ma in questo caso, l’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico non sono tra loro collegati, ed è proprio per questo che credo che il periodo storico che stiamo vivendo sia unico», commenta entusiasta Alessandro Curioni. 

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