Svizzera

‘Ndrangheta in Svizzera: arrestato presunto affiliato con legami internazionali

L’inchiesta che ha visto sviluppi a Zurigo e San Gallo porta anche in Ticino e svela traffico di droga, riciclaggio e riti di adesione - L’imputato, arrestato nel maggio scorso, si definisce “paciere”

  • 2 ore fa
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Presunto 'ndranghetista sotto inchiesta

Il Quotidiano 10.11.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano/sdr 

Metodo mafioso, riti di affiliazione, presunti ‘ndranghetisti che si definiscono “pacieri”: sono questi alcuni degli elementi emersi dall’inchiesta che la procura federale ha avviato contro un pregiudicato residente nella Svizzera interna.

Proprio secondo la procura federale l’uomo avrebbe funto da punto di contatto in Svizzera per la cosca alla quale sarebbe legato. Un’organizzazione di stampo ‘ndranghetistico, dedita soprattutto al traffico di droga. La persona sarebbe stata – citiamo – l’anello di congiunzione tra le attività criminali condotte all’estero dal sodalizio e il riciclaggio dei proventi nel nostro Paese, dove risiedeva. Il caso è emerso grazie a una sentenza della Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale di Bellinzona, a cui l’imputato si era rivolto per opporsi all’esame del DNA.

Già noto alla giustizia italiana, è finito in manette lo scorso 14 maggio. Diverse le perquisizioni effettuate in primavera dalla polizia, nei cantoni di Zurigo e San Gallo. Nel suo appartamento gli agenti hanno trovato contanti e sostanze di vario tipo: cocaina, chetamina, ecstasy. In garage sono state inoltre rinvenute quattro pistole, con relative cartucce. Per non parlare delle immagini recuperate dai cellulari che utilizzava. Foto riguardanti anche dei riti di affiliazione e i resti di un uomo, probabilmente del Centro/Sud America, decapitato e fatto a pezzi.

Lo stupefacente sequestrato – sostiene il Ministero pubblico della Confederazione – è soltanto una parte dei quantitativi trafficati. Il presunto ‘ndranghetista sarebbe stato addirittura tra i promotori di un progetto volto a importare, dal Sud America, ben 200 chili di cocaina. Droga, armi, ma non solo. Ci sono più filoni di indagine che lo chiamano in causa. Il pregiudicato sarebbe coinvolto pure in un’operazione immobiliare avvenuta in Ticino. L’affare – ricorda la sentenza – avrebbe generato un sistema opaco di commissioni, da lui riscosse ricorrendo al cosiddetto metodo mafioso. Gli inquirenti gli imputano infine un giro di monete false. Dal canto suo l’uomo si è definito come membro di un gruppo in cui si limitava a fare da paciere: “Mi contattavano quando avevano casini”, ha dichiarato a verbale.

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