Da frenetico rito di shopping, il Black Friday si è trasformato in un intero mese di ribassi diffusi, con consumatori più diffidenti e selettivi. In Svizzera ad aprire le porte al “venerdì nero” è stata Manor, nel 2015. È infatti la prima catena svizzera che decide di tentare la carta Black Friday e in un solo giorno triplica gli incassi.
Un segnale che basta a innescare la rivoluzione e nel giro di poco tempo centinaia di marchi seguono il suo esempio. Così l’ultimo venerdì di novembre diventa la giornata più redditizia del commercio non alimentare, raggiungendo il picco durante gli anni della pandemia. Nel 2020 e nel 2021 le vendite sfiorano il mezzo miliardo di franchi in un solo giorno.
Un cambio di rotta
Poi avviene un cambio di rotta. Nel 2022 il fatturato cala, nel 2023 si rialza leggermente e nel 2024 torna a scendere. Per il 2025 le previsioni indicano un nuovo rallentamento. Nessun tracollo, ma forse un segnale di assestamento.
Questo probabilmente perché il Black Friday non è più un solo giorno, ma è diventato un periodo, una “Black Week”, spesso un “Black Month”, che parte a inizio novembre e si chiude col “Cyber Monday”, il lunedì che segue il Black Friday dedicato, inizialmente, a sconti nei negozi online.
“Le persone spendono di più quando il periodo di promozioni viene esteso”
Christian Fichter, economista e psicologo del consumo alla Kalaidos Fachhochschule di Zurigo ha spiegato alla RSI come questa nuova forma del Black Friday non sia solo psicologica, ma anche concorrenziale: “Ci si è accorti che un solo giorno mette sotto pressione le persone, che spendono di più quando il periodo di promozioni viene esteso”. Ma c’è anche una seconda ragione: “Se tutti i negozi fanno un solo giorno di Black Friday e poi arriva un commerciante che lo fa per una settimana, è facile immaginare chi farà più incassi. Sarà il negozio che fa il Black Friday per una settimana e quindi, alla fine, tutti devono adeguarsi”.
Con la diluizione del Black Friday i consumatori in Svizzera hanno cambiato i loro comportamenti negli acquisti. Sono diventati più ponderati, studiano i prezzi, li confrontano e decidono settimane prima cosa acquistare. Ad esempio, un terzo degli svizzeri usa questo periodo per i regali di Natale.
“All’inizio ci facevamo sedurre, ma ora ci siamo adattati”
Il periodo di sconti più lungo riduce anche l’impulsività grazie a una consapevolezza maggiore. “Noi consumatori non siamo semplicemente sciocchi che cadono nelle trappole”, sottolinea Fichter. “All’inizio era così, ci facevamo sedurre. Ma nel frattempo ci siamo adattati. Sappiamo che arriva una settimana o un periodo in cui possiamo fare acquisti a prezzi più bassi e possiamo prepararci. Naturalmente ci sono ancora tutti quei meccanismi psicologici, come la pressione del gruppo, la pressione del tempo, la scarsità”, ricorda l’esperto, che nota anche “una certa stanchezza: la gente è irritata, percepisce di essere spinta a comprare”.








