“Una sorpresa” e una “delusione”: è questa la reazione della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter sui dazi doganali al 39% imposti dal presidente statunitense Donald Trump alla Svizzera. L’importo negoziato con i membri del Governo statunitense, spiega, era molto più basso, anche se non ha voluto rivelare di quanto.
Trump ritiene che la svizzera “rubi” ogni anno 40 miliardi di franchi agli Stati Uniti a causa del deficit commerciale, ma il Consiglio federale non è d’accordo con l’analisi della Casa Bianca. Infatti, tenendo conto dei servizi, la bilancia commerciale tra i due Paesi è equilibrata, ha precisato la ministra delle Finanze.
La presidente è rimasta sorpresa dal fatto che il deficit commerciale fosse diventato improvvisamente l’unico fattore importante per Trump, mentre prima si era concentrato anche sulla creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti.
In ogni caso, la Svizzera riprenderà i negoziati con gli Stati Uniti, ma il tempo stringe (mancano sei giorni all’entrata in vigore delle tariffe). Inoltre sarà probabilmente molto difficile per il Consiglio federale offrire agli Stati Uniti un sostegno più consistente. La Svizzera ha già offerto circa 150 miliardi di dollari di impegni di investimento.
Pronti a discutere con le aziende svizzere
La presidente della Confederazione ha sottolineato che “la sua porta è sempre aperta” per discutere con la comunità imprenditoriale come ridurre la burocrazia o migliorare le condizioni quadro. Per attutire il colpo, le aziende svizzere hanno a disposizione lo strumento dell’orario ridotto. Anche se il settore farmaceutico non è stato incluso nelle tariffe, l’aumento dei dazi avrebbe un effetto “molto negativo” sull’economia svizzera ha aggiunto Keller-Sutter.
Le reazioni degli altri consiglieri federali
Nonostante l’intento fosse di evitare che l’annuncio sui dazi rovinasse la Festa nazionale, il tema è stato comunque trattato nei discorsi del 1° di agosto. “L’incertezza regna sovrana. E la Svizzera non è stata risparmiata”, ha dichiarato Elisabeth Baume-Schneider, a capo del Dipartimento federale dell’interno. Il ministro della Giustizia Beat Jans, ha parlato di una misura “arbitraria”, mentre il capo del Dipartimento dell’economia Guy Parmelin ha dichiarato che la Svizzera è stata “particolarmente maltrattata”.
“Il 1° agosto ci ricorda che la Svizzera ha imparato dalla sua storia a trovare la strada giusta con prudenza e determinazione, anche in situazioni difficili”, ha dichiarato il direttore del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e della comunicazione Albert Rösti. “Non ci scoraggeremo e continueremo a cercare un accordo nell’interesse di entrambe le parti”, ha aggiunto il ministro degli esteri Ignazio Cassis. Martin Pfister, direttore della difesa si è detto “fiducioso che troveremo una soluzione”.

Dazi USA, quali margini per Berna?
Telegiornale 01.08.2025, 12:30