Svizzera

Quando Giulio Cesare negò il mare agli Elvezi

Una mostra fotografica ad Avenches racconta la migrazione fallita del popolo celtico verso l’Atlantico

  • Oggi, 14:00
02:38

Una mostra storica

Telegiornale 16.07.2025, 20:00

Di: TG/Tieffe 

Erano circa 300’000 gli Elvezi che, nel primo secolo a.C., decisero di lasciare le proprie case sull’Altopiano svizzero per cercare una nuova vita nel sud-ovest dell’attuale Francia. Spinti dai continui scontri con le popolazioni germaniche e dal miraggio di terre più miti e fertili, i nostri antenati si lanciarono in una migrazione di massa, abbandonando un territorio in cui si erano stanziati da appena una ventina d’anni.

A raccontare questa epopea da molti dimenticata è oggi una mostra al Museo romano di Avenches, che ricostruisce il tentativo, fallito, degli Elvezi di raggiungere l’oceano Atlantico. Un viaggio che si intreccia con la grande storia della conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare, ma che parte da un bisogno profondamente umano: trovare un luogo in cui vivere in pace.

Il cammino di questa popolazione celtica si interrompe bruscamente in Borgogna. Giulio Cesare, deciso a non lasciar passare un tale numero di persone, li affronta militarmente: “Blocca gli Elvezi nell’attuale Borgogna, ne uccide un bel po’ in combattimento, ne schiavizza parecchi altri e rimanda i restanti, un quarto del gruppo, al punto di partenza. E già che è lì, Cesare conquista la Gallia intera”, spiega alla RSI Denis Genequand, direttore del museo.

Un’operazione tutt’altro che disinteressata: “Fu senza dubbio un’ottima operazione economica per i mercanti di schiavi e per i fornitori dell’esercito romano. Qualche anno dopo, con la sconfitta del capo gallico Vercingetorige — sempre in Borgogna — verrà creata una provincia ricca”, continua Genequand.

La mostra si sviluppa attorno alle fotografie di Yves André, artista neocastellano che ha ripercorso i luoghi attraversati dalla migrazione, cercando di restituire visivamente l’esperienza di quel viaggio. Le sue immagini fondono elementi contemporanei con la natura selvaggia che doveva caratterizzare quei territori oltre duemila anni fa.

“In base ai passaggi obbligati imposti dai rilievi e dai fiumi, è stato ricostruito un tracciato plausibile di questo viaggio, che Yves André ha seguito per realizzare le sue fotografie”, racconta ancora Genequand.

Tra le immagini più evocative, quelle delle spiagge atlantiche: le stesse che gli Elvezi sognavano, ma che non riuscirono mai a raggiungere.

La mostra al Museo romano di Avenches è visitabile fino al 25 gennaio.

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