Svizzera

Ginevra, la GHF intende dissolversi

Confermate le rivelazioni della RSI sulla filiale in Svizzera della discussa organizzazione - Importanti interrogativi, però, restano ancora senza risposta

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Si scioglie la sede ginevrina della Gaza Humanitarian Foundation

SEIDISERA 02.07.2025, 18:00

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Di: Emiliano Bos, Cellula inchieste RSI

Quasi un mese esatto dopo l’anticipazione della RSI sul possibile scioglimento della filiale svizzera della controversa “Gaza Humanitarian Foundation” (GHF), è così arrivata la conferma ufficiale.

Nel giorno in cui l’Autorità federale di sorveglianza sulle Fondazioni ha avviato le procedure per lo scioglimento della GHF, la stessa Autorità ribadisce alla RSI quanto aveva già lasciato trapelare lo scorso 3 giugno: la fondazione americana con sede in Delaware - al centro delle polemiche per la gestione della distribuzione di aiuti alimentari nella Striscia di Gaza in cui centinaia di civili palestinesi sono stati uccisi in queste settimane – intende dissolvere la sua succursale ginevrina.

Non è chiaro se questo avverrà prima dei 30 giorni concessi dall’Autorità di sorveglianza alla GHF, che già dall’inizio di maggio risultava inadempiente sul piano legale.

Come rivelato dalla RSI lo scorso 3 giugno, la GHF non aveva più un rappresentante legale in Svizzera né una sede legale: l’avvocato ginevrino David Kohler a inizio maggio si era dimesso facendo venir meno un requisito fondamentale, cioè la presenza di almeno un cittadino elvetico nel direttivo composto da almeno 3 persone.

La RSI ha contattato le altre due persone del board – un avvocato statunitense che vive in Virginia e un uomo d’affari armeno domiciliato in Francia – senza però ottenere risposta. Nessun riscontro nemmeno da John Acree, direttivo esecutivo della GHF, che il mese scorso invece alla RSI aveva detto di non voler commentare la situazione legale della filiale svizzera della fondazione da lui diretta.

Dal punto di vista formale, l’Autorità federale di sorveglianza ha concesso 30 giorni di tempo ai creditori della GHF per potersi annunciare. Il capitale iniziale della filiale ginevrina della GHF ammonta a 50.000 CHF ma la controversa organizzazione – che gestisce la distribuzione di cibo a Gaza su mandato del governo israeliano – non dispone di un conto bancario in Svizzera né di un organo di revisione.

La GHF è al centro di durissime critiche internazionali da parte di ONU, associazioni per i diritti umani ed organismi umanitari per le sue “trappole della morte”, come sono state definite le modalità di distribuzione di alimenti in cui oltre 500 civili palestinesi sono stati finora uccisi e alcune migliaia feriti.

La Gaza Humanitarian Foundation viene registrata lo scorso febbraio nello Stato del Delaware, uno dei più opachi di tutti gli USA in termini di trasparenza legale. Pochi giorni dopo apre anche una filiale a Ginevra. Perché? Non è mai stato chiarito.

“Ginevra è il ‘sancta sanctorum’ dell’umanitario internazionale” dice alla RSI l’avvocato Paolo Bernasconi, ex-procuratore e a lungo membro del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). La scelta della città svizzera – aggiunge – “è una chiara ricerca di legittimazione, una questione reputazionale per una fondazione registrata in Delaware dove invece i controlli di fatto non esistono”.

Ma perché la Svizzera non è intervenuta subito all’inizio di maggio, visto che la GHF era inadempiente per mancanza di un rappresentante legale elvetico? E perché le autorità elvetiche non hanno intensificato i controlli dopo i primi gravissimi episodi in cui decine di civili sono stati uccisi nel corso delle distribuzioni di cibo? Domande per ora senza risposta.

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RG 12.30 del 02.07.2025 - Il servizio di Johnny Canonica

RSI Info 02.07.2025, 13:08

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