I cantoni svizzeri rafforzano l’impegno contro la violenza domestica. La Conferenza dei direttori cantonali delle politiche sociali ha approvato nuove misure per migliorare l’accesso alle case rifugio e agli alloggi protetti in tutta la Confederazione.
Il piano d’azione nasce da un rapporto commissionato lo scorso anno, che ha evidenziato la carenza di strutture di accoglienza per le vittime di violenza in Svizzera. Gaby Sölloji, segretaria della Conferenza, ha illustrato le tre priorità del piano.
La prima riguarda garantire spazi sicuri a tutte le vittime, senza discriminazioni. “La violenza può toccare anche uomini. Registriamo anche violenza contro persone della comunità LGBT. Qui la violenza domestica può toccare figlie, cioè donne giovani”, ha spiegato Sölloji.
La seconda priorità è garantire appartamenti protetti anche dopo l’emergenza, per alleggerire le case rifugio. “Appartamenti che consentano alle persone ancora vulnerabili ma che non hanno più bisogno di una propria protezione di vivere in alloggi assistiti e accompagnati per un certo periodo, perché le persone non sono ancora in grado di vivere una vita totalmente indipendente e c’è sempre il rischio che poi tornino dalla persona che ha esercitato questa violenza”, ha precisato la segretaria.
Il terzo punto è il rafforzamento della collaborazione tra le diverse regioni. L’obiettivo chiaro garantire a tutte le persone vittime di violenza un accesso rapido e adeguato a un rifugio sicuro. Un altro tassello importante nella lotta alla violenza domestica sarà l’introduzione del numero nazionale d’emergenza, prevista per maggio 2026 dopo vari rinvii.










