Svizzera

Svizzera-UE: anche i contadini favorevoli agli accordi, ma con doppia maggioranza

L’USC sostiene il pacchetto, ma chiede il referendum obbligatorio per ragioni democratiche e costituzionali. Apprezzata la stabilità dell’intesa agricola, ma riserve su alcuni punti

  • Ieri, 15:38
  • 18 minuti fa
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Il presidente dell'Unione svizzera dei contadini, il consigliere nazionale del Centro Markus Ritter in un'immagine d'archivio

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Di: ATS/dielle 

La Camera svizzera dell’agricoltura, il parlamento dell’Unione svizzera dei contadini (USC), ha approvato formalmente il pacchetto di nuovi accordi tra la Svizzera e l’Unione europea – i cosiddetti Bilaterali III – con 82 voti favorevoli, nessun contrario e 7 astensioni. L’organizzazione ritiene che questi accordi rappresentino un miglioramento rispetto al precedente accordo istituzionale.

Per ragioni costituzionali e democratiche, l’USC si esprime però anche chiaramente a favore di una votazione popolare a doppia maggioranza (popolazione e Cantoni), ovvero con un referendum obbligatorio.

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Accordi con l’Europa, basterà la maggioranza del popolo?

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Nella sua valutazione, l’USC si è concentrata sugli aspetti direttamente legati all’agricoltura: elementi istituzionali, aiuti di Stato, ostacoli tecnici al commercio, agricoltura, programmi, contributo finanziario della Svizzera, elettricità e sicurezza alimentare.

Nelle relazioni con l’UE, la via bilaterale è importante. “Il suo sviluppo è pertinente se i vantaggi per l’agricoltura e l’industria alimentare sono nettamente superiori ai costi e ai rischi”, scrive l’USC nella sua risposta alla consultazione. In questo contesto, l’accordo di libero scambio del 1972 è essenziale e la protezione doganale in esso definita non è negoziabile, né nel pacchetto attuale né nei vincoli che ne derivano, viene pure rilevato.

Punti positivi e criticità

L’USC valuta positivamente in particolare la stabilizzazione dell’accordo agricolo, che non è soggetto a un’adozione dinamica del diritto UE. Per l’organizzazione, la sovranità in materia di politica alimentare e agricola è infatti una linea rossa da non superare.

Tuttavia, l’USC è critica riguardo all’adozione dinamica del diritto prevista nell’accordo sulla sicurezza alimentare e al meccanismo relativo alle misure di compensazione. Chiede inoltre un maggiore coinvolgimento dei settori nei comitati misti, ai quali verrebbe attribuita grande importanza. L’organizzazione sottolinea che l’impatto dell’accordo sulla sicurezza alimentare è difficile da valutare e dipenderà in gran parte dalla sua attuazione a livello nazionale. Per sfruttare eventuali opportunità, ad esempio nell’omologazione dei prodotti fitosanitari, sono necessari miglioramenti in vista dei dibattiti parlamentari. In questo senso spetta al Consiglio federale decidere se eventuali ottimizzazioni possano essere attuate nel diritto nazionale o se siano necessari ulteriori negoziati con l’UE.

Decisione finale dopo i dibattiti parlamentari

Ad ogni modo l’organizzazione si esprimerà definitivamente solo al termine dei dibattiti parlamentari. Secondo l’USC, la Svizzera deve comunque contribuire a plasmare la via bilaterale con la necessaria fiducia, anche visto il ruolo del nostro Paese come importante snodo in Europa, partner economico attrattivo e Stato che garantisce posti di lavoro a numerosi cittadini dell’UE.

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