Il cambiamento climatico sta minando il turismo invernale: limite delle nevicate in aumento, meno precipitazioni nevose e inverni sempre più miti. Mantenere le piste da sci è sempre più costoso, e si impone dunque un ri-orientamento strategico per un turismo in montagna su quattro stagioni. “Beyondsnow“ è un progetto interregionale che vuole aiutare le stazioni turistiche a restare competitive. Il nostro Radiogiornale ne ha discusso con Thomas Egger, direttore del Gruppo Svizzero per le regioni di montagna.
Perché è necessario cambiare il modello di turismo alpino?
“Dobbiamo cambiare il modo di produrre e fare il turismo alpino anche in Svizzera, andando verso un turismo di quattro stagioni. Per arrivarci bisogna veramente unire tutte le forze e convincere tutti gli attori delle varie destinazioni. Non è solo un’azione di marketing, ma un processo che richiede almeno 2-3 anni di discussioni intense.”
Quali reazioni avete riscontrato finora?
“Ci sono sempre persone che dicono che l’inverno è l’unica stagione utile. Ma questo è sbagliato. Abbiamo opportunità anche in primavera e autunno. Che cosa c’è di meglio della stagione attuale in montagna, con tutti i colori e il sole? Dimentichiamo delle opportunità se non andiamo verso il turismo quattro stagioni. Bisogna avere una strategia e pendere decisioni come, per esempio, quelle prese dal Monte Tamaro qualche anno fa”.
Qual è l’importanza della collaborazione a livello europeo?
“Abbiamo avviato il progetto Beyond Snow a livello europeo sull’arco alpino per scambiare informazioni e idee. Ogni destinazione ha precondizioni diverse e può sviluppare soluzioni differenti. È interessante vedere cosa fanno altre realtà”.
Può fare qualche esempio concreto di offerte per le stagioni non invernali?
“Una buona pratica è quella di Sattel-Hochstuckli, nel Canton Svitto, che ha diversificato l’offerta puntando anche su primavera, autunno e soprattutto sull’estate. Hanno lanciato ad esempio una corsa di trail running. Sono esempi che mostrano che (la destagionalizzazione, ndr.) può funzionare, ma bisogna essere creativi e non copiare sempre gli altri progetti. Occorre cercare qualcosa che funzioni bene con il posto, discutendone con tutta la comunità locale.”











