Svizzera

UNICEF delocalizza: via quasi 300 posti da Ginevra

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia si sposta verso Roma, complici i tagli americani e di altri Paesi

  • Un'ora fa
  • 19 minuti fa
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  • Keystone
Di: ATS/Gi.Lo 

Un duro colpo per la Ginevra internazionale: l’ufficio ginevrino del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) non è risparmiato dalle ristrutturazioni dovute ai tagli americani e di altri Paesi. Quasi 300 posti verranno spostati verso Roma. A Ginevra ne resteranno un centinaio.

La sede dell’UNICEF è a New York ma a Ginevra si trova attualmente l’ufficio europeo. Per ragioni di costo, l’agenzia ONU procede ora alla delocalizzazione.

A Ginevra l’UNICEF “concentrerà la presenza nell’Ufficio Programmi d’urgenza (EMOPS)“, ha spiegato un portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), confermando informazioni pubblicate da Tribune de Genève e 24 heures. “Questo mantenimento conferma che Ginevra rimane un pilastro strategico del coordinamento umanitario internazionale”, aggiunge il collaboratore del DFAE, e sottolinea che “la Svizzera continuerà ad accompagnare l’UNICEF in questa transizione, in particolare attraverso sovvenzioni adeguate per i suoi spazi di lavoro, al fine di garantire che Ginevra rimanga un centro imprescindibile al servizio dell’azione umanitaria”.

Il personale sarebbe stato informato del trasferimento martedì, anche se si parlava già da tempo di questa delocalizzazione; i dubbi erano piuttosto sul dove ci si sarebbe spostati, se a Roma o in Spagna.

La Ginevra internazionale risente dei tagli

La delocalizzazione dell’UNICEF è l’ultimo di una serie di tagli effettuati a Ginevra internazionale negli ultimi mesi. Per esempio, l’Alto Commissariato per i rifugiati (UNHCR) ha annunciato la soppressione di circa 5’000 posti di lavoro, mentre l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ne ha tagliati fino a 7’000 a livello globale: per la Svizzera sono decisioni tradottesi in centinaia di impieghi persi. Migliaia di altri posti sono stati soppressi nelle ONG.

Anche l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), che secondo il suo direttore generale Gilbert Houngbo sta attraversando «una crisi finanziaria senza precedenti», ha già licenziato circa 200 collaboratori su 3’500. L’OIL considera possibili delocalizzazioni e il congelamento delle assunzioni. Se il budget dovesse essere ridotto di 93 milioni di franchi, potrebbero essere tagliati altri 300 posti di lavoro.

Infine, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dimezzato il numero dei suoi dipartimenti. La maggior parte dei licenziamenti dell’OMS avverrà a Ginevra, ma il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus non li ha ancora annunciati. Si prevede inoltre di delocalizzare dei posti di lavoro verso città meno costose.

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